Figli tolti ai genitori, da Busto l’appello: «Vogliamo vedere i nostri tre bambini»

Il tribunale dei Minori di Milano

BUSTO ARSIZIO – «Vogliamo solo vedere i nostri bambini». Il grido disperato di una coppia di genitori di origine rumena, che tre mesi fa – era il 3 febbraio – si sono visti portar via dalle autorità i loro tre figli, di 10, 7 e 3 anni, con l’accusa di «maltrattamenti» a carico della madre. «ll tribunale dei Minori ha da tempo disposto che possano vedere i loro figli in ambiente protetto, alla presenza di educatori, ma i servizi sociali non ottemperano» sostiene l’avvocato Alan Breda, che difende la coppia (che vive a Busto da dieci anni) insieme al collega Pasquale Schiariti, avvalendosi della consulenza di un neuropsichiatra. Uno spiraglio intanto si è aperto, con l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni che annuncia «per settimana prossima» (tra l’11 e il 12 maggio) il primo incontro protetto.

Portati via

Una drammatica vicenda che “esplode” lo scorso 3 febbraio, quando la mamma va a prendere i figli a scuola, come tutti i giorni: prima il più piccolo alla materna, poi le due ragazze alla primaria. Qui però – racconta la donna – ad accoglierla ci sono due ispettori di polizia in borghese e alcuni operatori dei servizi sociali. «La più piccola era contenta perché aveva preso 10 – rivela la madre – la più grande invece aveva una paura tremenda, non l’avevo mai vista così. Credo avesse capito che la portavano via da noi». È lì che la madre vede per l’ultima volta i suoi tre figli, collocati in una struttura protetta e segreta. È l’inizio di un calvario che dura da più di tre mesi.

Le accuse

Solo nei giorni successivi l’avvocato Breda scopre che «la bambina più grande ha raccontato di episodi di maltrattamento», inizialmente nell’ambito di un progetto in classe contro la violenza domestica e poi ad una maestra. Un segnale che ha portato all’apertura di due procedimenti a carico della famiglia di Sant’Anna, uno penale per maltrattamenti a carico della madre e uno al Tribunale dei Minori per stabilire la potestà genitoriale. Le testimonianze della bambina, secondo le carte a disposizione dell’avvocato Breda, riferirebbero di colpi subiti da parte della madre con il mestolo e con il manico dell’aspirapolvere e di tirate di capelli, oltre che di una bruciatura sul volto del bimbo più piccolo, un segno che però i genitori possono dimostrare dalle vecchie foto come fosse già presente sin dalla nascita, ma persino di maltrattamenti al gatto di casa, che sono pronti a confutare con una relazione di un veterinario. I genitori negano con decisione ogni maltrattamento e per il legale della famiglia si tratterebbe di «tante illazioni ma nessuna prova documentale, e nessun referto medico» in grado di corroborare i racconti. «Secondo noi nostra figlia sta esagerando, forse suggestionata» sostiene il papà.

«Fateci vedere i nostri figli»

E se l’avvocato Breda confida di «dimostrare l’estraneità ai fatti contestati» nelle aule di giustizia «per poter riportare i bambini a casa, e poi chi ha sbagliato paghi», quello che i due genitori non riescono ad accettare è il fatto di non poter vedere da tre mesi i loro figli, nonostante stiano seguendo alla lettera tutte le prescrizioni degli assistenti sociali, dagli incontri periodici ai controlli settimanali sull’assunzione di alcool e di droghe, «sempre negativi». Il legale nel frattempo ha chiesto una nuova pronuncia del giudice per l’organizzazione degli incontri protetti minori-genitore in presenza di un educatore. E il papà è «pronto a mettere uno striscione sul balcone. Non rinuncerò finché non rivedremo i nostri figli».

L’assessore: presto via agli incontri

Interpellata sul caso, l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni non entra nel merito della vicenda, «su cui si esprimeranno i tribunali», ma ci tiene a far sapere che «il primo incontro protetto tra genitori e figli è in programma per settimana prossima, alla presenza di un educatore e di un traduttore». I tempi si sarebbero allungati per via del conflitto tra i due procedimenti aperti, prima dell’intervento dell’assessore. La quale non nasconde una certa preoccupazione per l’aumento dei casi di minori a carico del Comune, «sono più di 600, contro i 200 dell’ultima mia esperienza da assessore ai servizi sociali. Forse sarebbe ora di riformare il tribunale dei Minori»

busto arsizio sant’anna maltrattamenti – MALPENSA24