Radice con gli studenti nei luoghi dello sterminio nazista «contro l’indifferenza»

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LEGNANO – Il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, ha accompagnato a Mauthausen, in collaborazione con l’Anpi, una rappresentanza delle classi quarte di tutte le scuole superiori della città, facendo tappa al lager di Bolzano e al Castello di Hartheim, in Austria (nella foto), uno dei campi di sterminio dove fu messo in atto il programma di eutanasia nazista che prevedeva l’eliminazione delle persone affette da disabilità fisiche o mentali. In questa sede il sindaco ha parlato oggi, sabato 4 maggio, agli studenti.

«Ho provato grande emozione – racconta Radice – portando ad Hartheim il saluto e l’augurio della comunità legnanese ai ragazzi delle scuole cittadine, ma anche degli istituti superiori di Milano, Monza e Brianza e dei comuni del Nord Milano. Durante la cerimonia ho voluto ricordare ai ragazzi che da oggi loro, per noi, sono veri e propri “semi” che spargiamo “per fare la differenza contro l’indifferenza”. Perché l’indifferenza è stata il principale complice di quello che è potuto succedere in luoghi come Hartheim che, ancora oggi, trasudano orrore, tragedia e banalizzazione del male».

Lo “zoo delle umanità differenti”

«Ai giovani –  prosegue il primo cittadino legnanese – ho chiesto di fare tesoro di quello che vedranno e proveranno in questi tre giorni di visite per decidere e prendere posizione; per non restare indifferenti. Rispetto a quello che è accaduto, ma soprattutto rispetto a quello che accade oggi nel mondo, nella loro città e nella loro vita quotidiana. Decidere da che parte stare e prendere una posizione, liberamente ma con piena consapevolezza e avendo sempre in mente quei pilastri della convivenza democratica, civile e pacifica che l’Italia, con la nostra Costituzione, ha voluto porre a base del patto sociale: rifiuto del potere assoluto (art. 1 della Costituzione), rispetto della dignità umana e riconoscimento dell’uguaglianza dei diritti per tutti (art. 3), rifiuto dell’uso della violenza e delle guerra come strumenti per risolvere problemi e liti (art. 11). L’ho voluto fare da Hartheim, luogo simbolo della AktionT4, l’Operazione che portò all’eliminazione di decine di migliaia di disabili.

«Un nome di cui, evidentemente, ci si vergognava al punto da mascherarlo sotto una banale sigla. T4 come Tiergartenstraße 4, sede della segreteria privata di Adolf Hitler, dove il massacro fu studiato e pianificato da un potere senza più controlli: con precisione, scientificamente e metodicamente. Tiergarten significa zoo, zoo delle umanità differenti, separate dalle proprie famiglie, messe in gabbia, classificate, eliminate perché pericolose per la purezza della razza; “pratiche” da selezionare, classificare ed eliminare perché “improduttive”. E parliamo di 30.000 “pratiche” trattate in pochi anni ad Hartheim; poche al giorno, ma tutti i giorni con una costanza e un’applicazione inesorabili. Prima si dovevano eliminare i disabili, poi i prigionieri malati del campo di Mauthausen, perché le “pratiche” erano cambiate, ma l’indifferenza di un popolo aveva permesso di realizzare quello che l’indignazione aveva, almeno, rallentato per i propri figli disabili. Quello che in pochi avevano avuto il coraggio di denunciare, pochi fra cui il vescovo von Galen, il “leone” di Münster, che costrinse il regime a rallentare e rivedere i suoi piani destinando luoghi come Hartheim non più ai disabili ma ai prigionieri malati dei campi di concentramento. L’efficienza del sistema, del resto, non poteva rallentare. Le “pratiche” – conclude Lorenzo Radice – erano tremendamente tante. E la bestia poteva continuare a ingoiare altre vite».

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