VISTO&RIVISTO Padrenostro, la preghiera laica di ogni figlio

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di Andrea Minchella

VISTO

PADRENOSTRO, di Claudio Noce (Italia 2020, 120 min.).

Non e’ perfetto. Ma questo film di Noce ci tocca nel profondo. Ci sono parecchie sbavature, ma questo progetto in cui Pierfrancesco Favino ha creduto profondamente, tanto da produrlo, si insinua nel nostro ventre, lì dove il respiro diventa primordiale, lì dove il piccolo protagonista del racconto può sentire, se appoggia la sua mano, il tranquillizzante e simbiotico respiro paterno, che cerca costantemente ma che fatica a trovare. “Padrenostro” e’ un viaggio iconografico in un’Italia che non c’e’ piu’, in un’Italia che sparava in strada ma che sapeva amare e proteggere i suoi figli. Claudio Noce scrive, basandosi sulla sua esperienza personale, una storia di terrorismo che si incastra in una piu’ originale storia di rapporti familiari.

Roma, 1976. Valerio, bambino, vive sulla sua pelle il terribile attentato che il padre, funzionario di quello Stato che sta cercando di difendersi dagli attacchi multiforme del terrorismo politico, subisce una mattina sotto casa. Anche se tutta la famiglia cerca di andare avanti e minimizzare il grave atto subito, il visionario Valerio sente la distanza del padre. Colui che da molti è visto come un vero eroe, è invece vissuto dal biondo e gracile figlio come un padre troppo assente per poter fortificare la sua difficile e delicata esistenza. Solo un viaggio nella terra d’origine potrà riequilibrare i difficili rapporti che si instaurano tra i figli ed un padre la cui ombra e’ molto spesso ingombrante. Anche la comparsa, nella vita di Valerio, del giovane ed inverosimile Christian, spingerà lo stesso Valerio e il padre Alfonso a ricalcolare le distanze che inevitabilmente si possono creare tra un padre ed un figlio.

Il film è ben scritto e ben realizzato. Manca forse, in certi punti, di una preziosa fluidita’ che ne aumenterebbe la percezione da parte dello spettatore. Noce utilizza una grammatica ed uno stile appropriati per il tema che decide di raccontare. L’interpretazione di Favino cementifica ulteriormente la struttura narrativa del film, a volte debole. Noce sceglie una colonna sonora che si incastona perfettamente nelle sequenze piu’ intimiste.

“Padrenostro” parla di guerra, di una guerra che diventa ancora piu’ incomprensibile agli occhi di un bambino. Noce, in maniera originale, mette il punto di vista negli occhi azzurri, forse verdi, del giovane protagonista. Valerio, davanti ad un enigmatico e misterioso Christian, durante una scena concitata, decide di rappresentare la morte, ricostruendo la scena dell’attentato del padre come fosse una macabra recita che potesse esorcizzare la morte. Valerio, che cerca ostinatamente l’approvazione di un padre troppo impegnato a combattere il male, si accorgerà, da adulto, quanto la forza del perdono possa essere una potente spinta verso l’emancipazione dalla rabbia e dal dolore.

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RIVISTO

LA SECONDA VOLTA, di Mimmo Calopresti (Italia 1995, 80 min.).

Il tema complesso e articolato del perdono diventa motore vitale di questo piccolo capolavoro di Calopresti. Un penetrante Nanni Moretti ed una giovanissima ma gia’ pronta Valeria Bruni Tedeschi affrontano con poesia e maturita’ il difficile tema del perdono e delle mille sfaccettature che ne possono derivare.

Se una brigatista entra in contatto, diversi anni dopo un attentato fallito, con la sua vittima, ecco che la storia prende una strada difficile e impervia verso una riflessione necessaria ma dolorosa. Il bravo Calopresti, che prende spunto dal libro autobiografico “Colpo alla Nuca” di Sergio Lenci, ci accompagna con delicatezza e sorprendente poesia dentro una relazione tra vittima e carnefice in cui non c’e’ nulla di chiaro e giusto, in cui le sfumature saranno la cifra dell’intera vicenda..

Un film che dopo 25 anni riesce ancora a commuovere ed emozionare come fosse stato realizzato ieri.

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