VISTO&RIVISTO Una straordinaria e sincera Kate Winslet

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di Andrea Minchella

VISTO

OMICIDIO A EASTTOWN, di Brad Ingelsby (Mare of Easttown, Stati Uniti 2021, 7×57/60 min., Sky Atlantic).

Trattieni il respiro. Fino all’ultima sequenza. Fino all’ultima inquadratura. “Omicidio a Easttown” è un viaggio angosciante nella provincia americana, ma anche nelle viscere più nascoste di ognuno di noi. Questa serie targata HBO riattiva tutti i sensi di uno spettatore che ultimamente deve fare i conti, spesso, con produzioni piatte ed eccessivamente didascaliche.

La vicenda, apparentemente lineare, si svolge a Easttown, una cittadina fredda e labirintica in Pennsylvania. Qui lavora come detective l’enigmatica e cupa Mare, una gigantesca Kate Winslet che torna a recitare in una serie dieci anni dopo “Mildred Pierce”. La comunità della cittadina deve fare i conti con una ragazzina scomparsa un anno prima e con l’omicidio di una giovanissima madre che mette in crisi la brava detective e i suoi colleghi della piccola stazione di polizia di Easttown. Da subito i sospetti cadono sul suo fidanzato, padre di suo figlio. Ma più Mare indaga tra i cittadini della piccola comunità, più si scontra con bugie e segreti che sembrano impantanare ogni tentativo di fare chiarezza sull’efferato omicidio. Alla tortuosa narrazione si aggiunge il rapimento di un’altra ragazza che, però, non sembra essere legato all’omicidio della piccola Erin, ma che getta comunque l’intera cittadina in una spettrale e asfissiante dimensione di sospetti e rancori.

A rendere questa produzione un sincero e puntuale ritratto della società contemporanea, certamente concorre anche la descrizione precisa e tridimensionale della bella e “segnata” Marianne. Addentrandoci sempre più nella vicenda, articolata e a tratti indecifrabile, impariamo a conoscere il carattere misterioso e “criptico” della detective di Easttown. Iniziamo a capire che Mare ha sofferto tanto e che quelle sofferenze la seguono e non le lasciano spazio per tutta la durata della narrazione. Mare si divide tra il lavoro e la famiglia, ma il confine tra i due mondi sembra essere impercettibile. Le paure e le angosce che derivano dall’omicidio che cerca di risolvere allagano completamente tutti gli spazi della sua vita privata. Gli incubi e i ricordi della sua esistenza travagliata influenzano tutte le scelte che la perspicace Mare deve compiere sulle indagini che porta avanti con fatica fisica e mentale.

La serie, che è stata un successo planetario e che ha elettrizzato gli Stati Uniti, ripercorre in maniera sincera ed intelligente tutte le grandi produzioni, soprattutto americane, che hanno raccontato di omicidi efferati e di indagini ossessive ed istintive. La prima pellicola che ci viene in mente guardando “Omicidio a Easttown” è certamente “Il Silenzio degli Innocenti”. Ne possiamo assaporare il colore e l’odore. I bravi Ingelsby e O’Connor inseriscono nella loro narrazione, originale e di qualità, parecchi rimandi al capolavoro di Jonathan Demme con intelligenza e abilità. È un po’ come se Clarice Starling fosse cresciuta e si fosse imbattuta nuovamente in un omicidio avvenuto in una delle tante cittadine americane dove tutti si conoscono ma dove, in realtà, i segreti e le bugie trasformano i nostri amici o vicini in perfetti sconosciuti.

Kate Winselt, qui anche in veste di produttrice, è circondata da un cast perfetto in ogni sua faccia. Questo è stato possibile anche grazie alla direttrice di casting Avy Kaufman che con la sua agenzia trasforma ogni film a cui lavora in un perfetto e realistico racconto corale.

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RIVISTO

PRISONERS, di Denis Villeneuve (Stati Uniti 2013, 153 min.).

Sempre ambientata in una cittadina della Pennsylvenia, questa pellicola ci racconta di due bambine scomparse e delle indagini che ne seguono. Un bravo Jake Gyllenhaal, nei panni del detective Loki, e un capace Hugh Jackman, nei panni del padre di una delle bambine, trasformano questo “thriller” in qualcosa di più.

Il film diventa un ossessivo e tetro viaggio dentro le paure e le angosce che si annidano nella mente di ognuno di noi. Villeneuve, bravissimo e attento autore, confeziona un potente racconto sulla capacità deflagrante della paura e del sospetto e che spesso trasformano un uomo in un animale.

Da rivedere per assaporarne la freschezza e la modernità nel linguaggio e nello stile.

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