Olgiate, Montano: «Chi è attaccato alle poltrone non sta con Paese da vivere»

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OLGIATE OLONA – «Abbiamo lavorato tanto. Forse come nessuna amministrazione ha fatto fino a ora a Olgiate. Ed è per questo che mi attaccano. Anzi che cercano di buttarmi addosso fango. In realtà di argomenti veri non ne hanno. Lo dicono i fatti concreti di questi anni». Chi parla è il sindaco Gianni Montano, che con Paese da Vivere si sta giocando la riconferma al governo di Olgiate e sta affrontando una campagna elettorale durissima, spesso velenosa. Come mai è capito a Olgiate nel recente passato.

Sindaco Montano, partiamo dalla fine, dagli ultimi addii che si sono verificati nel suo gruppo. Dopo le uscite di Ugo Bassi, Gabriele Chierichetti e Alberto Albè c’è chi dice che Paese da Vivere non esiste più. E’ ormai un’altra cosa. Vero?
«Assolutamente no. Paese da vivere c’è e ci sarà. Stiamo parlando di una lista civica, dove negli anni tante persone hanno dato il proprio contributo per un certo periodo. E dove altre sono entrate garantendo un rinnovamento di energie e competenze. Bassi, Chierichetti e Albè hanno dato molto a Paese da vivere in questi anni e li ringrazio. Però gli obiettivi sono quelli di sempre: guardare avanti. Anzi direi che i cambi dimostrano che qui non c’è gente attaccata alle poltrone, ma persone che vogliono il bene del paese».

Ogni riferimento è puramente casuale?
«Io dico solo che da quando è nato Paese da vivere molti olgiatesi sono passati e hanno lavorato con questo gruppo. Qualcuno, a un certo punto, non ha accettato quello che io ritengo un normale avvicendamento in una politica che definisco sana. Diciamo che c’è stato chi non ha saputo comprendere che il suo momento era passato. E così hanno deciso di fare un nuovo gruppo. Forse perché vogliono amministrare a vita Olgiate. Io la vedo diversamente: non ho intenzione di fare l’amministratore a vita. Il mio obiettivo è far crescere il gruppo e il progetto. Insomma le persone, me compreso, passano. Paese da vivere resta».

C’è chi dice che Paolo Maccabei sarà il suo “delfino” e che lei l’abbia scelto per prendere in mano la guida del gruppo. E’ così?
«Paolo Maccabei è una grande risorsa, con capacità e competenze. In questo rinnovamento avviato è vero che ha avuto un ruolo da protagonista. Ma non è l’unico. Siamo una squadra e abbiamo anche altre persone che hanno dimostrato di saper interpretare al meglio lo spirito civico che ha sempre contraddistinto questo gruppo».

La lingue lunghe (e non solo) sostengono che state facendo di tutto per nascondere il Partito Democratico e colui che al vostro interno lo rappresenta. Non solo. I nomi della lista dicono poi che in Paese da vivere c’è parecchia Lega. Insomma civici si, ma non del tutto.
«Non stiamo facendo nulla per nascondere il Partito Democratico per il semplice fatto che il Pd dentro Paese da vivere non esiste. Come non esistono gli altri partiti. Esistono invece identità di centrosinistra, come anche di centrodestra».

E la Lega?
«E’ un partito legato al territorio. L’unico che nasce dai Comuni. E molte di queste persone, a livello personale, vedono in Paese da vivere una concreto rappresentante delle esigenze locali e del paese. Poi mi rendo conto che a livello di segreterie, a Olgiate, sono stati fatti altri accordi. Che però non hanno trovato il consenso di molti iscritti o di persone vicine al partito, tanto che non si riconoscono in quelle decisioni sovracomunali».

Beh ma gli accordi fanno parte della politica. Anche voi, al vostro interno ne avete fatti. Lo dimostrano i casi, alcuni rientrati altri no, di Richiusa, Carnelosso e Albè. Quindi?
«Quindi c’è una grossa differenza».

Scusi, quale?
«Noi non abbiamo segreterie di partito che decidono. In un gruppo ci sono legittime esigenze che è bene che emergano. Io questa dialettica la vedo in maniera positiva: significa che tutti si sentono parte di Paese da vivere e tutti avrebbero voluto essere candidati. Volendo avremmo potuto fare due liste. Quindi le scelte sono state inevitabili».

Come anche gli scontenti del resto? 
«Anche nella precedente campagna elettorale ricordo che c’erano scontenti. Che per continuare ad amministrare avevano fatto un’altra lista. Io dico che chi si pone in questo modo non ha lo spirito di Paese da vivere. Insomma, conta voler amministrare a tutti i costi o il bene del paese? Per me e per i miei la seconda cosa».

Domanda secca: chi vince alle prossime elezioni?
«Noi abbiamo interpretato in maniera molto forte l’animo e il sentimento degli olgiatesi. Sono consapevole che la squadra abbia fatto tanto e convinto che i cittadini hanno capito il nostro impegno e il lavoro fatto. Quindi…»

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