Negozi, uffici, bar e centri commerciali chiusi: la Lombardia attende una risposta

MILANO – Commercio al dettaglio e centri commerciali chiusi, ad eccezione delle farmacie e degli alimentari (solo i reparti dedicati nei supermercati). Bar, ristoranti, alberghi e attività artigianali di servizio (come parrucchieri ed estetiste) chiusi. Attività professionali e del terziario chiuse, ad eccezione di quelle che operano per le attività che resteranno aperte. Sono le proposte che il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha trasmesso oggi, mercoledì 11 marzo, al governo, sulla base degli indirizzi condivisi ieri con i sindaci dei capoluoghi e con Anci Lombardia. «Attendiamo entro sera una risposta». Il presidente del consiglio Giuseppe Conte «non ha affatto escluso» la possibilità di introdurre ulteriori restrizioni. Negozi, uffici, bar e centri commerciali dovrebbero dunque chiudere: resterebbero aperti solo farmacie e punti vendita di generi alimentari. La proposta Fontana “salverebbe” invece dallo stop le attività produttive, sulla base di un accordo raggiunto con Confindustria Lombardia per rafforzare le misure di sicurezza all’interno delle fabbriche (ad esempio, la distribuzione di dispositivi di protezione come guanti e mascherine e lo stop alle mense interne).

Le misure proposte

Misure molto più stringenti, da integrare a quelle contenute nel Decreto entrato in vigore domenica 8 marzo e valido fino al 3 aprile: le ha chieste già da ieri, 10 marzo, Regione Lombardia, da mettere in atto per almeno 15 giorni, di fronte al continuo crescere dei contagi da coronavirus e alla necessità di ridurre ancor di più le relazioni sociali tra i cittadini per poter provare ad invertire la tendenza della diffusione del virus, prima che il sistema sanitario non sia più in grado di sostenere la battaglia contro l’epidemia.

  • Chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità
  • Chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità
  • Chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere, delle attività artigianali di servizio (come parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza, di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (come ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico, di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti.

Nel documento inviato dalla Regione al Governo si comunica altresì che «per quanto riguarda le restanti attività produttive è già stato raggiunto un accordo con Confindustria Lombardia che provvederà a regolamentare l’eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese», mentre «sono in via di definizione ulteriori accordi – si spiega ancora nella proposta – con le associazioni di categoria per definire misure contenitive specifiche aggiuntive».

La posizione di Confartigianato Varese

«I titolari delle piccole imprese, i loro familiari impegnati in azienda e i loro collaboratori hanno sempre dimostrato in larga maggioranza un grande senso di responsabilità, l’attaccamento a questa terra e il coraggio che ha sempre permesso alle aziende di non cedere alle difficoltà – si legge in una nota firmata dal direttore di Confartigianato Imprese Varese Mauro Colombo – facciamo prevalere, ancora una volta, questo senso di appartenenza e di comunità. Accettiamo e accetteremo quindi con profondo senso civico qualunque decisione che le autorità regionali e nazionali assumeranno per fermare il Coronavirus, nella speranza di poter ripartire quanto prima con una nuova consapevolezza di noi e del nostro fare impresa in un tempo complesso e sfidante».

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