«Chiudere tutto». Lo chiedono Regione Lombardia e sindaci. Il governo ci pensa

MILANO – «Nuove misure più stringenti e rigorose in Lombardia, fino ad arrivare anche a una sospensione temporanea di ogni tipo di attività». La richiesta del blocco totale delle attività non essenziali è stata formalizzata oggi, martedì 10 marzo: sul tavolo del governo è arrivata una lettera sottoscritta da Regione Lombardia, da tutti i sindaci dei Comuni capoluogo e dal presidente di Anci Lombardia, in cui si invoca un’ulteriore “stretta” alla vita sociale per frenare la diffusione, ormai costante, del contagio da coronavirus. Ma una decisione non c’è ancora: «La sensazione che ho potuto percepire – ammette il governatore Attilio Fontana – è che ancora non sia ben chiara presso tutti, sia presso i colleghi delle regioni sia presso qualche rappresentante del governo, la reale situazione che noi stiamo vivendo in regione Lombardia».

Fontana e gli assessori fuori dall’isolamento

Il tema della chiusura delle attività è al centro dell’attenzione, nella conferenza stampa in cui il presidente Fontana e i suoi assessori tornano al tavolo dell’auditorium Testori di palazzo Lombardia, per la prima volta dopo il caso di contagio della stretta collaboratrice del governatore, che aveva costretto gli esponenti della giunta regionale all’isolamento volontario. «Il governo si dovrà riunire domani mattina e ha dichiarato che potrà prendere in considerazione eventualmente le nuove misure legate alla posizione particolare della Regione Lombardia» fa sapere il presidente di Regione Attilio Fontana, appena rientrato dalla videoconferenza con il governo nazionale. «Quello che abbiamo voluto evidenziare è che è necessario intervenire in maniera rigorosa perché il sistema sanitario inizia ad essere vicino ad un momento di difficoltà e non possiamo permetterci che accada, dobbiamo invertire la tendenza prima» spiega il governatore, forte dell’impegno condiviso con i sindaci, ma anche delle valutazioni favorevoli già espresse dalle principali organizzazioni sindacali e da alcune categorie imprenditoriali.

Il governo? Valuterà

Una proposta su cui dovrà esprimersi il governo nazionale. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte «non ha escluso affatto la possibilità di adottare misure più restrittive, ove necessarie». Lo stesso premier, in una nota trasmessa da Palazzo Chigi, assicura che «il governo continuerà a rimanere disponibile e risoluto, come sin qui ha sempre fatto, ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio e ad aggiornare queste misure costantemente». Più cauto il commissario all’emergenza Angelo Borrelli, capo della Protezione civile: «La richiesta di chiudere negozi e uffici deve essere vagliata, considerata e valutata, non ho elementi da fornire e vedremo nei prossimi giorni».

Fate presto!

A confermare, per Regione Lombardia, la necessità di una nuova “stretta” di misure di contenimento, i dati della zona rossa di Lodi-Codogno, «l’unica in cui l’evoluzione dell’infezione si sta invertendo – fa notare il presidente Fontana – la diffusione si sta riducendo e sta andando a una velocità completamente diversa rispetto al resto della regione». Per il resto della Lombardia, invece, il contagio continua a correre. Siamo ormai vicini ai seimila casi positivi. Il dato totale di oggi, 10 marzo, 5791, è ancora “sub judice”: poco più di 300 nuovi contagiati, contro i 1280 di ieri, probabilmente dovuto ad un ritardo nel processare i tamponi. Di certo ci sono 3319 ricoverati (505 in più), 466 in terapia intensiva (più 26), 1071 pazienti in isolamento domiciliare, 896 dimessi e trasferiti al domicilio e 468 decessi (ben 135 in più rispetto a ieri). In provincia di Varese i casi sono saliti da 44 a 50.

Nuove assunzioni

Per fronteggiare una situazione ormai al limite, con alcune strutture ospedaliere «allo stremo» (come Bergamo e Cremona), Regione Lombardia sta facendo di tutto per rafforzare il sistema. «Stiamo uscendo con l’avviso di assunzioni per medici specializzandi e infermieri – annuncia l’assessore al welfare Giulio Gallera – sono pronti 200 specializzandi in anestesia e rianimazione, grazie ai quali garantiremo l’estensione dei posti letto nelle rianimazioni, e altri verranno assunti a tempo determinato. Poi abbiamo gli infermieri, entro domani se ne laureano 250 in Regione Lombardia, il bando lo stiamo facendo uscire oggi. Contiamo di avere questa grande forza lavoro che entra». Pronti anche per allestire una grande area in Fiera o in una struttura socio-assistenziale che si può liberare velocemente, per ospitare 500 letti di terapia intensiva Covid. «Appena ci danno i respiratori e gli uomini siamo già pronti» fa sapere l’assessore.

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