Il “bustocco” Nino Caianiello: promuove Antonelli e strizza l’occhio a Bottini

nino caianiello antonelli

BUSTO ARSIZIO – C’è, si vede e non fa nulla per restare nell’ombra. Lui, Nino Caianiello, parla della sua assidua presenza in città come di una cosa normale per chi fa politica. I suoi detrattori invece sostengono ben altro: ovvero che Busto è ormai rimasta la sua unica roccaforte politica, da quando a Gallarate non tocca “più palla” e dopo aver visto crollare anche Lonate Pozzolo.

Nino Caianiello la sua presenza a Busto è sempre più assidua tanto che ora c’è chi la definisce un “bustocco”. E’ così?
Sono un cittadino del mondo, nato a Napoli nel quartiere Sanità. Abito in provincia di Varese dal 1977 e la mia ricevitoria del Lotto stava in piazza “Tre Culi”, ovvero in piazza Vittorio Emanuele. Non solo. Due dei miei figli sono nati all’ospedale di Busto e con la città e i suoi cittadini ho sempre avuto un ottimo rapporto. Con Busto, come si può vedere, ho da sempre un legame forte, ma non sono bustocco.

Però in città la si vede di frequente e spesso con esponenti dell’amministrazione. Insomma il titolo di “bustocco” pare sia dovuto per il fatto che sulle questione cittadine vuole politicamente pesare. O almeno così dicono. Lei cosa risponde?
Per chi fa politica credo sia impossibile non riconoscere che Busto ha un ruolo fondamentale. Stiamo parlando di una città molto importante sotto ogni profilo: economico, industriale, sociale, politico. Se dovessi fare un paragone, Busto è la “Milano” della provincia e Varese è “Roma”. Mi spiego meglio, chi fa politica non può trascurare il fatto che Busto sia la capitale economica del nostro territorio. Insomma non ci vedo nulla di strano sul fatto che io venga spesso in città. Tutto qui.

Però la vita amministrativa cittadina la osserva con attenzione. Come la giudica?
Non conosco a menadito le vicende di Palazzo Gilardoni. Vedo però che questa amministrazione ha un passo diverso rispetto a Varese e che la squadra di governo è guidata da Emanuele Antonelli, un sindaco civico ben sostenuto da una giunta politica.

Insomma burrasca alle spalle e, a palazzo Gilardoni, si viaggia a gonfie vele. Oppure si tratta di pace pre vacanziera?
Bisognerebbe chiedere a Speroni e Gorrasi. Mi pare però che tra loro ci sia dialogo e collaborazione nel sostenere il sindaco che sta lavorando bene per la città.

E Forza Italia? A Busto va meglio che altrove. Ma qual è il reale stato di salute del partito a livello cittadino?
Non tocca a me dare un giudizio, questo sia chiaro. Rispondo però alla domanda. Credo che Forza Italia a Busto ha avuto la capacità di trovare una formula di rinnovamento, sapendo però al contempo mantenere le migliori esperienze del passato. Carmine Gorrasi è giovane e sa dare al partito il giusto impulso. In più possiamo contare su assessori di grande esperienza come Gigi Farioli e Alessandro Chiesa. Inoltre il partito sta anche dimostrando di essere attrattivo. Sono appena entrati in Forza Italia persone provenienti da altre esperienze politiche come Livio Pinciroli o con un matrice civica come Miriam Arabini.

I civici appunto. E’ vero che da tempo state “corteggiando” e facendo “gli occhi dolci” alle realtà che si dicono slegate dai partiti come Busto al centro di Bottini?
Diciamo che più che gli “occhi dolci” abbiamo smesso di “metterci le dita negli occhi a vicenda”. Politicamente la nostra provincia è sempre stata un laboratorio di esperienze che poi hanno assunto dimensioni nazionali. Oggi esiste una parte moderata che si è un po’ dispersa e che un tempo era in Forza Italia. I civici fanno riferimento proprio a quegli ideali. Ora il nostro compito è mettere da parte i personalismi che resistono e sono legati alle ambizioni di pochi. Dobbiamo anteporre a tutto gli interessi di una classe sociale che sta svanendo. Tra la povertà e la ricchezza, che si allargano e divergono sempre più, c’è la classe media che rischia di scomparire. A quella dobbiamo parlare. Senza dimenticare chi sta peggio e senza demonizzare chi invece sta bene. Per poter fare ciò dico che servono anche i civici. O coloro che si definiscono tali.

Torniamo in casa azzurra dove non mancano novità ed effervescente. Come ha preso la decisione di Marsico di fondare una nuova corrente?
Se quella di Luca Marsico è una corrente dico che oggi, in un mercato libero, ognuno può scegliere da quale gestore prendere l’energia elettrica. Sulla scelta fatta da Marsico, che ricordo essere un esponente politico che ha fatto la storia di Forza Italia e Agorà, voglio ancora capire un po’ di cose. Prima tra tutte se la sua associazione ha le gambe per camminare. A partire sono spesso in tanti, ma ad arrivare molto meno. Lo dimostrano le tante associazioni che in passato sono nate, anche in Forza Italia, e poi si sono via via si sono perse. Ma non solo.

Che altro, visto che sono stati molti i forzisti di Busto che hanno aderito?
Se guardo i nomi vedo un gruppo di persone oneste e di buona volontà. Però nessuno ha ruoli né in Forza Italia e neppure nelle varie amministrazioni. Gli unici ad avere un ruolo sono Luciano Lista, consigliere di opposizione, ripeto di opposizione, a una colazione di centrodestra a Cislago; Gaetano Iannini di Varese, ma che stava con Galimberti e Donatella Fraschini che è capogruppo di Forza Italia in consiglio a Busto. Insomma non vedo persone che possano rappresentare da soli la storia amministrativa e politica di Forza Italia in provincia di Varese.

 

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