Ospedale Busto-Gallarate, Maggioni (PD) risponde a Genoni: «Fare lobby»

Torno alle motivazioni originarie che hanno determinato l’accorpamento degli ospedali di Busto e di Gallarate, che per ora ha provocato una crisi di reputazione del nosocomio cittadino e pronunciate difficoltà nell’offerta di servizi, stante una situazione di stallo.
La proposta nasce da una visione territoriale che prospetta nel sud della Provincia di Varese un sistema sanitario ed ospedaliero all’altezza del rinnovamento delle strutture che si sono realizzate anche in altre parti della Regione e che dovrebbe accompagnarsi ad un servizio sanitario territoriale che finalmente superi i ritardi nelle politiche di prevenzione e nelle cure di prossimità che sono stati confermati soprattutto in occasione del COVID.
Alcuni, viste le politiche regionali, giudicano, con ragioni di merito, che i due lati del problema (ospedale e servizio territoriale) restino in alternativa: gli accorpamenti sono finalizzati a un contenimento, i servizi sociosanitari vengono solitamente trascurati.
Si deve comunque sostenere che il nostro territorio (200 mila abitanti residenti a Busto, a Gallarate e nei Comuni limitrofi, 430000 assistiti che afferiscono alla ASST Valle Olona) merita una politica sanitaria che premi la sanità pubblica, che investa sul rinnovamento e la riqualificazione delle strutture ospedaliere ed insieme sul sistema sociosanitario territoriale.
Fare lobby per l’Ospedale di Busto per superarne una marginalità sempre più evidente?
I tempi di realizzazione della nuova struttura ospedaliera, saranno molto lunghi dal momento dell’avvio. L’Ospedale attuale è in difficoltà, la qualità del servizio prestato risente della carenza di personale e di medici. Quindi concordo con il sostenere una forte richiesta alla Regione, se le pressioni attuali non sono state sufficienti, perché intervenga subito ed in modo adeguato senza subordinare il suo impegno alle prospettive più generali che saranno comunque di medio periodo.
Ma l’obiettivo di Busto deve essere quello di fare lobby territoriale. E’ questa conurbazione del sud della Provincia che ha bisogno di servizi sanitari qualificati sull’intero spettro delle politiche sanitarie e socio sanitarie.
Questo significa affrontare, nel contesto di un confronto intercomunale, tutti gli interrogativi emersi in questi anni:

  • il Comune di Gallarate, che dovrebbe essere appunto il nostro partner, ha votato in Consiglio Comunale una mozione, sostenuta da tutti i partiti (Lega, Forza Italia, FdI, PD e Cittadini di Centro) che chiede di non diminuire i posti letti rispetto alla sommatoria di Gallarate/Busto e di assicurare un presidio territoriale significativo a Gallarate;
  • molti si preoccupano del che fare delle strutture esistenti (a Gallarate e a Busto);
  • c’è una spontanea e comprensibile difesa dei presìdi dei singoli Comuni;
  • il Presidente Fontana non a caso ha dichiarato che localmente si pongono dei freni.

La dialettica passa attraverso tutti i partiti nei diversi Comuni e solo un confronto molto concreto può superare dubbi e preoccupazioni: un accordo di programma deve riguardare interventi nuovi, rivalutazione dell’esistente in una logica ”sistema ospedaliero” più “servizi territoriali”  avendo presente che la sola offerta ospedaliera, senza un’adeguata offerta territoriale, è destinata ad essere inadeguata e insufficiente.

Maurizio Maggioni, candidato sindaco PD Busto Arsizio

Genoni: «Nuovo ospedale, occasione unica. Busto e Gallarate soffrono»

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