Genoni: «Nuovo ospedale, occasione unica. Busto e Gallarate soffrono»

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Paolo Genoni (a destra) con il direttore generale di ASST Valle Olona Eugenio Porfido

BUSTO ARSIZIO – «Gli ospedali di Busto e Gallarate soffrono. L’ospedale nuovo è una cosa bella. E serve, per evitare che quello di Busto Arsizio sia inferiore, dal punto di vista strutturale, a Varese e Legnano. Alziamo lo sguardo e cogliamo questa opportunità, questa sì, unica». Paolo Genoni, medico di base bustocco, nonché presidente della commissione sanità e della Fondazione Carnaghi Brusatori, raccoglie l’assist fatto dall’ex sindaco Gigi Farioli sull’idea di un comitato cittadino per l’ospedale ed è pronto a convocare una seduta della commissione sanità per rilanciare il dibattito a livello istituzionale.

«Il nuovo ospedale? Come Malpensa»

busto genoni campus beata giuliana«Per la nostra città il nuovo ospedale è un’opera paragonabile alla costruzione dell’aeroporto di Malpensa – fa notare Genoni, capogruppo di Idee in Comune in consiglio comunale a Busto – avrà ricadute economiche e di prestigio incomparabili. E a parte le idee preconcette e certi retropensieri, faccio fatica a capire le opposizioni a questa operazione, pur rispettando l’opinione degli altri». L’alternativa, secondo il medico, sono «due ospedali depotenziati, che farebbero sempre più fatica a reclutare medici, visto che giustamente scelgono di svolgere la loro carriera dove ci sono tecnologie avanguardia e una sede universitaria. Vogliamo tenerci questa situazione? Lo chiedo ai comitati».

Le origini della scelta

Perché per capirne i motivi, secondo il presidente della commissione sanità di Busto, occorre fare un passo indietro: «Quando sento le polemiche attorno al nuovo ospedale, vorrei che si rimarcasse da dove nasce questo progetto – sottolinea Genoni – l’ospedale di Gallarate, per vari motivi, necessitava già più di 10 anni fa di una ristrutturazione completa, ma dopo che si erano rifatte le strutture di Varese e Legnano avrebbe voluto dire lasciare solo l’ospedale di Busto Arsizio nella situazione esistente. Così si è pensato ad un ospedale nuovo, non unico, che potesse diventare un polo di eccellenza della nostra zona coinvolgendo queste due realtà».

«Fare presto»

Ecco che per Paolo Genoni «occorre fare presto». Perché dopo la fusione di Busto e Gallarate nell’ASST Valle Olona «è come se si sia lasciato un lavoro a metà. Due ospedali separati in casa, in grande difficoltà, sui quali si è innescato il discorso Covid con un’evidente sofferenza nelle due realtà. Ma così non possiamo più stare, dobbiamo insistere per uscire da questo stallo». Perché il nuovo ospedale sarebbe «uno dei più grandi della Lombardia, un polo universitario, con la tecnologia all’avanguardia. Tornare indietro invece sarebbe molto difficile: Gallarate, che non regge più, cosa diventerebbe? E Busto sarebbe inferiore a Legnano e Varese da un punto di vista strutturale, ma noi come città non lo vogliamo di certo».

Alternative? Non ce ne sono

Alternative per Genoni non ce ne sono: «Non ne vedo la possibilità. Regione Lombardia non avrebbe la forza per rifare tutti e due gli ospedali, e l’idea di concentrare tutto su Busto, lasciando che Gallarate diventi un ospedale al livello di Somma e Cuggiono, non credo sia corretta. Ecco perché fatico a capire le obiezioni al progetto del nuovo ospedale. Perdere un’occasione simile per Busto sarebbe un errore imperdonabile. Ci vuole realismo, ma bisogna fare in fretta: i due ospedali stanno soffrendo tantissimo». Infatti Genoni appoggia in pieno l’idea di Farioli del comitato: Posso dire che è anche uno degli interessi del sindac Antonelli. È fondamentale lavorare per uscire da questa empasse».

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