Farioli: «Un comitato per l’ospedale. Sì al nuovo, no al declino dell’attuale di Busto»

BUSTO ARSIZIO – «Ci vuole un comitato per il nuovo ospedale. Ma anche per difendere quello attuale dal declino. C’è il rischio di lasciare le macerie nell’attesa un po’ inerte del grande investimento infrastrutturale». È l’ex sindaco Gigi Farioli a lanciare l’idea di «fare lobby» per l’ospedale di Busto, «al di là del “derby” sul Sì e il No tra opposti schieramenti mossi da interessi elettorali più che di sostanza». Perché difendere l’attuale nosocomio di via Arnaldo da Brescia e sostenere la necessità di realizzare il nuovo polo ospedaliero di Busto-Gallarate a Beata Giuliana non è un ossimoro. Anzi.

La lobby territoriale

Occorre infatti «promuovere e alimentare una forte lobby, che metta insieme tutte le forze vive della città, non solo politiche, ma anche sanitarie, economiche e culturali» e che «garantisca quel sogno né velleitario né fuori luogo» del nuovo ospedale, che però oggi «non può essere l’alibi per non porre attenzione al presente». Perché, rimarca Farioli, «tra le aspettative del nuovo ospedale e la necessaria attenzione all’emergenza Covid», il rischio è «il declino» dell’attuale struttura. «In una recente visita – rivela l’ex sindaco – ho toccato con mano lo spaesamento e la consapevolezza che quello che è sempre stato un ospedale di eccellenza, baricentrico per un’area vasta, sta andando incontro ad un progressivo depauperamento di risorse umane e di motivazioni».

Lo scatto d’orgoglio

Un declino che si compie «nel silenzio e nell’indifferenza», secondo Gigi Farioli, anche per via della prospettiva del nuovo ospedale. «Sono seriamente preoccupato perché il tema dell’ospedale sta diventando una sorta di superficiale e anacronistico derby tra opposti schieramenti che guardano ai posizionamenti elettorali più che alla sostanza del problema» ammette Farioli, che nel 2006, in tandem con l’altro sindaco di Forza Italia di Gallarate, Nicola Mucci, lanciò per la prima volta l’idea di un “ospedale unico” d’eccellenza che accorpasse le strutture delle due città. «È indispensabile che dalla nostra città, nel nome di un orgoglio di appartenenza, arrivi un segnale forte di attenzione, di cui gli operatori sanitari del nostro ospedale hanno bisogno». Il timore dell’esponente azzurro è che, di questo passo, il nuovo ospedale finisca per «sorgere sulle macerie» di quello attuale.

Sì al nuovo

«L’ospedale nuovo è una straordinaria opportunità, per non dire una necessità – rimarca Farioli – un’ulteriore occasione per ribadire la centralità di un ospedale all’altezza delle necessità tecnologiche e che torni ad essere attrattivo per giovani medici motivati a crescere e specializzarsi, come è sempre stato in passato con maestri come Bombelli, Signorelli, Santero, solo per citarne alcuni». E il fatto che «dai tempi della giunta Maroni sia stata individuata la possibilità di un deciso investimento sulla sanità del Basso Varesotto, con Busto come baricentro, il più grande investimento infrastrutturale per un nuovo ospedale, non fu il frutto del caso, o peggio di un luciferino disegno dei poteri forti, bensì il frutto di una consapevole battaglia politica e civica che, al di là delle appartenenze politiche, pose l’attenzione sulla necessità di garantire un futuro degno della storia di innovazione in ambito socio-sanitario di un ospedale che solo dieci anni fa veniva definito un gioiello, attrattivo a livello nazionale e non solo, in settori come la radiologia interventistica, l’urologia, la chirurgia vascolare, l’ortopedia e altri ancora».

«Non è il frutto del caso»

Per Farioli infatti «la premessa per strappare questo grande investimento» è stato «il percorso bipartisan, con un “pacchetto di mischia” tra la politica e gli operatori sanitari, medici ospedalieri e medici di base, oltre i campanilismi», che caratterizzò ai tempi della riforma Maroni del 2015 la battaglia per l’istituzione della nuova ASST Valle Olona unificando le ex aziende ospedaliere di Busto Arsizio e Gallarate, rispetto al progetto originario di accorpamento dell’ospedale di Gallarate nell’ASST di Varese. Una battaglia che oggi «non va vanificata». Quello spirito deve tornare «al centro dell’impegno dell’intera città», e in particolare di «un cosciente e responsabile comitato cittadino» che supporti il sindaco e l’ amministrazione nelle interlocuzioni con Regione Lombardia e che raccolga la sfida del nuovo ospedale «nell’ambito di una ridefinizione complessiva dei servizi territoriali e di un accordo di programma non solo infrastrutturale ma che segni un percorso di rinascita di un protagonismo socio-sanitario della città».

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busto arsizio ospedale farioli – MALPENSA24