Nuovo stop per la caserma dei carabinieri di Cardano. Lo sdegno del sindaco

Cardano caserma carabinieri

CARDANO AL CAMPO – L’ennesimo incidente di percorso blocca l’apertura della caserma dei carabinieri di Cardano al Campo, un cantiere pronto al 90 per cento da dieci anni ma mai arrivato alla conclusione. Dal sopralluogo compiuto ieri 17 dicembre dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Lombardia e Liguria – organo del ministero delle Infrastrutture e Trasporti direttamente responsabile della realizzazione dell’opera – emerge che mancano ancora 40mila euro per ultimare i lavori. A renderlo noto è il sindaco Angelo Bellora, presente sul posto insieme al vicesindaco Vincenzo Proto e a una rappresentanza della compagnia dei carabinieri Gallarate. Di fronte all’ennesimo ritardo, peraltro senza che siano stati forniti tempi e modi per la risoluzione dei problemi emersi, le dichiarazioni a margine di Bellora sono di sdegno e rabbia.

Chiamo Giorgetti

«Dall’ultimo sopralluogo effettuato lo scorso luglio non si è mosso praticamente nulla», denuncia pubblicamente il primo cittadino cardanese. «Manca ancora la pavimentazione per l’autorimessa, parte dell’impiantistica , l’antenna per le telecomunicazioni più una serie di opere collaterali. Ho fatto presente che questa situazione non è più accettabile e che urge trovare una soluzione, anche perché l’inutilizzo ha già fatto comparire le prime macchie di umidità sui muri. Nonostante non sarebbe di nostra competenza, siamo disposti con il bilancio 2019 a stanziare una parte delle risorse mancanti per ultimare la caserma. Gli uomini ci sono, gli arredi pure, è ora di finirla. Vogliamo la nostra caserma e vogliamo che apra il prima possibile».
Considerato che il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, lo scorso 10 novembre si era speso pubblicamente proprio sul cantiere infinito di via Ruberto, Bellora annuncia che lo contatterà per chiedergli un suo interessamento in prima persona.

Il cantiere infinito

Secondo il cronoprogramma ufficiale, i carabinieri avrebbero dovuto essere una realtà in città già da nove anni. E invece la nuova caserma di via Ruberto, la cui origine risale addirittura a una convenzione siglata nel 2004 con Regione Lombardia e l’allora ministro Pietro Lunardi, è un cantiere abbandonato. E dire che manca davvero poco, peccato sia così da troppo tempo. L’amministrazione sollecita, scrive, si interessa e si indigna, ma nonostante l’edificio sia di proprietà comunale non ha alcuna responsabilità né tantomeno facoltà di intervento. L’appalto infatti è gestito a livello nazionale. La giunta guidata dall’allora sindaco Mario Aspesi  si limitò 14 anni fa a dare in comodato d’uso la struttura di via Ruberto (nota come Villa Carullo), con l’impegno che il recupero sarebbe stato a totale carico del governo centrale con un finanziamento di 1 milione e 700 mila euro, ai quali se ne aggiunsero in corso d’opera altri 400mila per una serie di ulteriori interventi agli alloggi residenziali. La progettazione, la direzione lavori e tutta la parte tecnica fu invece affidata al Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Lombardia e Liguria. Nei primi tempi, tutto filò liscio, ma poi gli operai sparirono da un giorno all’altro e, salvo brevi apparizioni, non tornarono più. La svolta sembrò arrivare nel dicembre del 2014, quando il ministero delle Infrastrutture appaltò a una nuova ditta il completamento delle opere. Ma fu l’ennesima falsa speranza. Due anni fa, per esempio, comparì sul posto un’impresa ancora diversa, ma i lavori che le affidarono non garantirono l’ultimazione di tutte le opere. La caserma, dunque, è tuttora un’incompiuta. Anni fa arrivò persino Striscia la notizia, e l’inviato Vittorio Brumotti la bollò con il suo celebre slogan: “Un’opera ferma con le quattro frecce”.

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