“La mia passione per la Spal lunga 36 anni. Un sogno poterla raccontare”

Silvia Faustini 

C’era una volta una squadra di calcio provinciale, antica e gloriosa e c’era una ragazzina che andava con il papà a vederne le partite. Ogni domenica una sofferenza, i giocatori lottavano in campo per strappare la vittoria all’avversario, e loro due cantavano in curva per sostenerli. Erano i primi anni 80 e la Spal militava nel campionato di serie C. Stagione dopo stagione, si consolidava l’amore della ragazzina per la sua squadra, non passava domenica in cui non andasse alla Spal (sì perché a Ferrara non si dice “andare allo stadio”, bensì “andare alla Spal”), e crescevano in lei l’entusiasmo e la voglia di diventare giornalista per raccontare le imprese della Spal. La vita scorreva, con i suoi alti e bassi e le sue curve imprevedibili, i sogni non sempre si trasformavano in realtà e la strada di colei che nel proprio cuore sarebbe sempre rimasta una Nutty Girl e  della sua Spal si erano dovute separare. Per quasi trent’anni. Il ritorno in serie A dei biancoazzurri era coinciso con il trasferimento a Milano della donna, con una vita finalmente tranquilla, un lavoro gratificante e nuovi amici che nulla avevano a che vedere con la sua vita precedente. Era stata proprio una nuova amica a pubblicare sui social una foto della donna con la sciarpa dell’amata Spal al collo, ed un giornalista l’aveva notata, e chiamata, per proporle di commentarne le partite.Cosa? Scrivere della Spal? Io? Non capisco niente di calcio, potrò vedere la maggior parte degli incontri solo in televisione, ma per la miseria! è un amore che dura da 36 anni: se non sarò tecnica, almeno sarò romantica. E come nella più bella delle favole, un sogno si era avverato.

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