Occupazione di case popolari per i senzatetto: “Era organizzazione criminale”

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MILANO – Accusati di aver messo in piedi un’associazione a delinquere finalizzata all’occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica, nove antagonisti arrestati dai carabinieri nel dicembre 2018, sono condannati dai giudici della 4^ Sezione del Tribunale di Milano, finiti a processo anche per resistenza a pubblico ufficiale e per la presunta gestione illecita di case popolari nel quartiere Giambellino di Milano. Le pene vanno da 1 anno e sette mesi a 5 anni e 5 mesi. Alla lettura della sentenza di condanna, il pubblico in aula ha lanciato invettive ed insulti nei confronti del Giudice, presidente del collegio, con frasi del tenore “vergogna, fate schifo, nemici dell’umanità”.

L’indagine

L’inchiesta “Robin Hood” era partita da una serie di occupazioni di case sfitte, secondo gli indagati per rivendicare il supporto ai senzatetto. I magistrati invece, hanno ritenuto che si trattasse di una vera e propria associazione a delinquere “caratterizzata da fungibilità di ruoli e funzioni dotata di idonei supporti logistici come attrezzi per scassinare le porte o le lastre di metallo poste all’ingresso degli immobili Aler”. Secondo l’accusa infatti, gli indagati non volevano aiutare chi non aveva una casa, ma consumavano continuamente e professionalmente il reato di invasione di terreni ed edifici.

Alla lettura della sentenza, in aula si è scatenato appunto il disordine, che è stato subito bloccato dai carabinieri in servizio in Tribunale. I contestatori sono stati allontanati dall’aula ed è
stato identificato il principale artefice delle proteste, un italiano 29 enne, incensurato, ritenuto vicino al “Comitato abitanti Giambellino”. Sono in corso le identificazioni degli altri presenti, circa una ventina.

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