Oggiona, restaurata la tomba alla Cappuccina. «Le nostre radici»

oggiona tomba cappuccina restaurata

OGGIONA CON SANTO STEFANO – Un lungo percorso di restauro, fino al ritorno a casa. Il palazzo comunale di Oggiona con Santo Stefano, lo scorso 26 aprile, ha riaccolto nell’atrio la tomba alla cappuccina del IV-V secolo, scoperta nel 1988 in una proprietà privata di via Risorgimento e successivamente donata alla comunità per diventare un simbolo di orgoglio in paese. Lo testimonia l’evento che si è svolto ieri sera, 7 maggio, nella sala consigliare di via Bonicalza. Una vera e propria inaugurazione, che ha coinvolto esponenti politici e studiosi del settore per svelare i segreti dell’opera di restauro e il contesto storico del monumento, completamente rimesso a nuovo. Presenti il sindaco Stefania Maffioli, insieme agli esponenti della giunta. Con lei anche Francesca Brianza, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia, Nicola Ferrario, dottore in archeologia e storia dell’università cattolica di Milano, Walter Basile, della Soprintendenza beni culturali di Regione e, ovviamente, Raffaella Bennati, la restauratrice che si è occupata della tomba tardoromana.

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Le radici di Oggiona

Un evento per sottolineare «un momento importante», ha spiegato il primo cittadino. «Una serata all’insegna della cultura e un segno del territorio che rimane nel presente, perché testimonia le nostre radici». Non si tratta del primo restauro effettuato sulla tomba, già nel 2019 si era intervenuti per tutelare questo pezzo di storia di Oggiona con Santo Stefano. «L’amministrazione è sempre attenta. E appena insediati ci siamo accorti di un cedimento: ci siamo attivati con la soprintendenza e abbiamo effettuato un sopralluogo». Il risultato? «Festeggiamo la ricollocazione in Comune del monumento, ma anche il ritorno del corredo funebre». Sulla stessa linea anche Brianza: «Si tratta di un patrimonio archeologico che oggi vediamo visibile e completo, anche grazie alla lavoro dell’amministrazione. Beni di questo calibro devono essere custoditi e resi fruibili a tutti». Sì, perché «il nostro territorio è ricco di scoperte e siti preziosi: le radici della storia sono qui». E ha aggiunto: «Oggi godiamo la fine di un percorso che va dal ritrovamento al restauro. Un momento importante non solo per il paese, ma anche per la provincia di Varese e per la Regione».

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Il contesto storico e il restauro

Spazio agli accenni storici. Prima con il professore Ferrario che in un interessante intervento su Castelseprio ha condiviso curiosità sull’archeologia e sul metodo di lavoro degli esperti. Un modo per dire che «abbiamo delle perle a un tiro di sasso da casa». E la tomba tardoromana di Oggiona con Santo Stefano ne è la prova. Lo ha confermato anche Basile, che si è personalmente occupato della realizzazione dei pannelli esplicativi installati dietro il monumento. L’obiettivo è «permettere una visita guidata della tomba e dei materiali esposti», ha spiegato. Alcuni raccontano il paese, altri i riti funebri. E sono disponibili a tutti. Fra le caratteristiche della tomba, è emerso che apparteneva a un individuo di sesso maschile e non di altro ceto sociale. E che nulla si può sapere di questa persona perché le ossa non si sono conservate, consumate dall’acidità del terreno. Il corredo funebre è composto da vasellame in terracotta e da effetti personali del defunto.
La parte più tecnica delle operazioni di restauro sono state dettagliatamente spiegate dalla professionista interessata, ovvero Bennati. Dal recupero dei pezzi mancanti custoditi in un magazzino dall’amministrazione, allo smontaggio della tomba, per passare poi alla pulitura degli elementi in ceramica e alla rimozione delle vecchie stuccature. Fino alla progettazione strutturale del supporto metallico per sorreggere tutto il materiale tombale e al riposizionamento nella teca di vetro nell’atrio del palazzo comunale.

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