Solbiate Arno, la minoranza: «Incroci pericolosi, i pedoni vanno tutelati»

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SOLBIATE ARNO – Dal primo lotto dell’area feste di Solbiate Arno, allo sviluppo sostenibile e alla tutela dell’ambiente. Ma anche l’attenzione alle attività culturali e alle politiche giovanili. Senza dimenticare la sicurezza delle strade e le opere pubbliche, che «pare entrino ed escano come da una porta girevole». A fare il punto della situazione è la minoranza di Sìamo Solbiate, non del tutto convinta degli obiettivi presenti nel Dup (Documento unico di porgrammazione) del 2021-2023. E che è stato deliberato in consiglio comunale lo scorso 29 aprile. Anzi, a sentire il gruppo d’opposizione «spiace osservare che non è cambiato nulla rispetto a quello dell’anno precedente»

L’area feste e la tutela dell’ambiente

Sìamo Solbiate, guidata dalla capogruppo Elena Mazzetti, parte da una premessa: «Comprendiamo quanto il 2020 sia stato un anno difficile a causa della pandemia. Capiamo anche che pianificare sia un esercizio incerto. Ma ribadiamo che il programma di mandato indica indirizzi generali già tracciati: vuol dire che l’amministrazione poco ha fatto per attendere alle promesse dichiarate». A partire dal primo lotto dell’area feste, quella che «il sindaco (Oreste Battiston, ndr) definiva dovesse essere la più bella e attrezzata di tutti i paesi. Ma che oggi resta ancora un cantiere aperto». Non meno importante la questione tutela dell’ambiente. «Se è vero che, dal 2016, il Comune ha riscattato l’intero impianto di illuminazione da Enel Sole (costo di 133mila euro) con l’obiettivo di sostituirlo con luci idonee e permettere un risparmio sui costi, è una certezza anche che, in attesa del nuovo gestore, stiamo ancora pagando Enel 55 euro per la manutenzione ordinaria di ogni punto luce, che sono 900».

Sicurezza in strada e i giovani

Spazio anche alla messa in sicurezza delle strutture e delle strade. «Nonostante le ripetute segnalazioni, nulla è stato fatto, per esempio, per tutelare l’incolumità dei pedoni all’incrocio tra viale Europa e via Oggiona. Basterebbe mettere le strisce pedonali e ci sarebbe una congiunzione sicura con l’anello verde del percorso natura». Così come «tarda l’eliminazione delle barriere architettoniche e il rifacimento dei marciapiedi, in particolare in zona Monforte».
Sulle attività culturali «rammarica vedere che il Covid ha azzerato la possibilità di organizzare incontri ed eventi», ammette il gruppo. «Tanto che gli adolescenti si sono dovuti organizzare in autonomia in questi ultimi mesi, senza una guida da parte dell’amministrazione». E vista la possibilità di sfruttare gli strumenti tecnologici, «sarebbe stato fondamentale creare gruppi di riflessione e di confronto sul momento storico attuale».

Le opere pubbliche

L’accento si sposta poi sulla opere pubbliche, che «pare entrino ed escano come da una porta girevole». Fra gli esempi, il progetto della nuova struttura all’ex plesso scolastico Le Querce, «indicato nel programma elettorale come intervento propedeutico alla riqualificazione di quell’area e rispondere alle esigenze di spazio degli ambulatori medici, delle associazioni e dei parcheggi». E ancora: «Lo scorso ottobre veniva comunicata l’idea di riprendere il progetto di completamento dell’area che parte da piazza San Giovanni XXIII e arriva all’edificio del vecchio asilo infantile. E che potrebbe diventare un centro polifunzionale».

«Scelte calate dall’alto». E alcuni consigli

In generale, Sìamo Solbiate parla di «scelte calate dall’alto, imposte senza un preventivo confronto», che «non rispondono a quello spirito di collaborazione promosso dal sindaco il giorno del suo insediamento in consiglio comunale». E concludono con un elenco di ulteriori obiettivi da portare a termine: «Utilizziamo risorse umane provenienti da altri Comuni, abbiamo un Piano di governo del territorio datato 2013, non abbiamo un’assistente sociale fissa che garantisca un servizio costante, non sappiamo ancora quando riprenderà il servizio prelievi sul nostro territorio, per il quale sarebbe molto utile considerare la nostra proposta di istituire un Presst, presidio socio sanitario locale».

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