Olgiate, «Tentò di sfregiarmi con l’acido: condannato. Oggi ho aperto le finestre»

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OLGIATE OLONA – «Questa mattina (17 marzo, ndr) per la prima volta da 5 anni ho alzato le tapparelle. Ho aperto le finestre. Lui ha cercato di sfregiarmi con l’acido: ho vinto io. Ringrazio i carabinieri di Castellanza: senza di loro forse sarei morta». Aprire le finestre al mattino è la cosa più normale del mondo. Lo facciamo tutti. Non le vittime di stalking. Quelle donne (in maggior parte) che vivono sempre in guardia. Che, come Stella, è un nome di fantasia, 46enne di Olgiate Olona, hanno dovuto far mettere dei fermi a quelle tapparelle affinché il loro persecutore dovesse fare almeno fatica per perseguitarle. Oggi, ieri, Stella ha aperto le finestre dopo anni perché l’uomo che per anni le ha fatto del male, è agli arresti domiciliari. Ha patteggiato a due anni (poco) e, come dice lei, per almeno tre giorni la lascerà in pace. L’udienza di ratifica del patteggiamento in Tribunale a Busto Arsizio lo scorso 9 marzo.

Ha cercato di sfregiarmi con l’acido

«Ha cercato di sfregiarmi con l’acido – racconta Stella – Una relazione durata 4 anni tra tira e molla. Lui fuma cocaina e ha problemi con l’alcol. Dopo due anni ho cercato di allontanarmi. L’incubo è cominciato nel 2018. Ho iniziato a denunciare: dopo le botte e le umiliazioni. Lui era sempre qui: mi seguiva a casa, sul lavoro, persino a casa di mio padre. Era sempre presente. Sempre lì, per farmi male».

Riprendersi la vita

Stella ha alzato la testa, e santo iddio, s’è ripresa la sua vita. Perché non ha parlato prima? Facile chiederselo stando al caldo, a casa, con le finestre spalancate. E’ sempre facile dire agli altri cosa avrebbero dovuto fare mentre si mangiano la pasta o il “risottino” nella tranquillità d una casa che nessuno spia. Nessuno intende violare. «Io ho un figlio – spiega Stella – Adesso ha 19 anni ma all’epoca era minorenne. Ho taciuto, per anni, perché avevo paura che me lo portassero via. Poi ho alzato la testa: basta. Basta, basta -lo dice Stella tirando ampie boccate di sigaretta che dal telefono si sentono perfettamente – Basta per me, basta per mio figlio. Basta. Ieri ho pianto per la prima volta. Ho pianto di gioia e oggi ho alzato le tapparelle. E’ ai domiciliari, a 500 metri da casa mia. Non ci sono sbarre a trattenerlo quindi non sono tranquilla sino in fondo ma almeno per tre giorni spero di essere serena».

Carabinieri e Pm: grazie

E poi ci sono i ringraziamenti: «Ringrazio i carabinieri della stazione di Castellanza – spiega – Non mi hanno mai lasciata sola. Hanno capito immediatamente la gravità della situazione. Lui ha cercato di sfregiarmi con l’acido, per intenderci. Loro, i carabinieri di Castellanza, sono stati i miei angeli. La mia scorta. E voglio citare tre nomi in particolare: il maresciallo Federica Sbarra, dal cuore enorme, il maresciallo Alessandro Canistrà, e il brigadiere Mauro Adesso. Quest’ultimo mi accompagnava addirittura quando portavo il cane a passeggio: è stato il mio angelo. Ringrazio il sostituto procuratore Martina Melita, che ha seguito il mio caso, e ringrazio il Pm Nadia Calcaterra, donna fortissima, che in aula è stata la mia voce e che voglio ringraziare. E’ stata più forte che mai». Due anni ai domiciliari. E poi? «Non lo so. Ma io non voglio più avere paura. Voglio tenere le tapparelle alzate sempre»

olgiate sfregiata acido – MALPENSA24