Olimpiadi, opportunità-infrastrutture. Ma bisogna correre. Fontana “chiama” Roma

MILANO – Olimpiadi 2026, sulle infrastrutture bisogna già rincorrere? «Poca attenzione dal governo. Ancora nessuna risposta sull’elenco delle opere necessarie». L’appello, che assomiglia più ad uno sfogo, è del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, che stamattina è intervenuto al convegno “Infrastrutture e Olimpiadi”, organizzato da Serravalle Engineering al Palazzo delle Stelline. Un’occasione per fare il punto, alla presenza di tutti gli assessori regionali coinvolti nell’operazione e dei rappresentanti delle Regioni Liguria (il governatore Giovanni Toti) e Piemonte (l’assessore alle infrastrutture Marco Gabusi), su una delle sfide decisive da affrontare in vista di Milano-Cortina 2026, quella delle infrastrutture da realizzare per raggiungere i luoghi dove si svolgeranno i Giochi.

Falsa partenza?

Il governatore Fontana non ha nascosto la sua preoccupazione per la “falsa partenza” dell’operazione-Olimpiadi: «Mi pare che, così come su tutto, il Governo stia ponendo poca attenzione sulle Olimpiadi. Si stanno facendo discorsi più formali che sostanziali. Adesso bisogna lavorare, al di là delle parole bisogna essere concreti, capire in che modo può intervenire il governo, assumersi degli obblighi ben precisi». Il cambio di esecutivo a Palazzo Chigi sembra aver pesato sulla sfida olimpica: «Sul fronte delle infrastrutture – ha sottolineato il presidente Attilio Fontana – abbiamo mandato una lettera all’ex ministro Toninelli prima dell’estate in cui indicavamo le opere assolutamente necessarie, in modo da avere una risposta. La risposta non è arrivata. A breve chiederemo un nuovo incontro con il nuovo ministro per capire cosa intenda fare il governo».

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Un’occasione come Expo

Eppure i Giochi sono «una grande occasione» per colmare il gap infrastrutturale di cui soffre storicamente la Lombardia. Lo ha detto chiaramente il presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda Roberto Castelli: «Con lo stimolo dell’Expo, in Lombardia sono state realizzate infrastrutture per quasi 15 miliardi, di cui tra l’altro buona parte non a spese dei cittadini ma dei privati. Un esempio assolutamente virtuoso che si potrebbe ripetere esattamente per le Olimpiadi». Il completamento della A36 è fondamentale, così come i collegamenti con la Valtellina (dalla linea ferroviaria fino a Sondrio e a Tirano alle opere programmate per la statale 36), ma anche quelli tra le province del Nord della Lombardia. «Le Olimpiadi – le parole del sottosegretario alla presidenza Antonio Rossi – sono una grandissima opportunità per pensare anche alle infrastrutture, sia ai collegamenti tra Milano e la Valtellina sia tra gli aeroporti di Malpensa e Orio al Serio e Lecco e Como. Lavori che porteranno beneficio a tutta la regione anche in termini di turismo sportivo e culturale. Abbiamo solo 5 anni e mezzo di tempo per realizzarle». Malpensa sarà lo hub olimpico e potrà ulteriormente potenziare i suoi collegamenti con il resto della Lombardia per rendere più accessibili le sedi a Cinque cerchi.

«Opere essenziali, tagliare la burocrazia»

Insomma, il tempo stringe. E siccome siamo in Italia, il rischio di essere già in ritardo è da sventare con provvedimenti tempestivi. «Il presidente ha inviato un elenco di opere essenziali al Governo, una buona parte delle quali già finanziate o cofinanziate – ha ricordato l’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi – ma sino a oggi non abbiamo avuto alcuna risposta né una convocazione per discutere un tema così cruciale. Dobbiamo sapere su quali delle opere indicate possiamo puntare. Tutto quello che è stato pensato, comunque, avrà ricadute positive dopo i Giochi sul territorio, lo farà crescere e assicurerà sviluppo. Le Olimpiadi sono l’occasione per dare un’accelerata attesa da tempo. Oltre ai finanziamenti bisogna lavorare sui tempi. Quelli normali degli appalti in Italia non sono compatibili con la realizzazione delle opere che servono per le Olimpiadi. Noi vogliamo essere pronti per fine 2025. Serve, però, un intervento legislativo che ci permetta di superare le lungaggini burocratiche attuali». Bisogna correre, la Lombardia è pronta.

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