
MILANO – Le proposte di Emanuele Monti (Lega), le accuse di Samuele Astuti (Partito democratico), i dubbi di Giuseppe Licata (Italia Viva) e le domande di Luca Ferrazzi (Lombardia Migliore). Oggi, 21 novembre, in Commissione Sanità di Regione Lombardia si è tenuta l’audizione in merito all’accordo di programma per la realizzazione dell’Ospedale unico di Busto Arsizio-Gallarate con la Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia.
Le proposte di Monti
Il consigliere regionale della Lega, presidente della Commissione Welfare, Emanuele Monti ha portato in audizione due temi strategici. «Il primo – spiega – è di ragionare nell’ottica di una rete tra le strutture attualmente presenti, in modo da integrare il nuovo ospedale con i presidi già esistenti di Busto e Gallarate, così da garantire maggiori servizi ai cittadini attraverso una logica partecipativa e di grande attrazione per medici e infermieri, portando avanti ricerca e innovazione in collaborazione con le università». Questo, fa presente, per sottolineare che il nuovo ospedale non sarà un’isola a sé stante, ma in connessione con quanto già viene offerto dalla sanità del varesotto. Il secondo tema è quello dell’hub delle maxi-emergenze di Gallarate, già deliberato dalla Giunta regionale. «Infatti, la pandemia ha dimostrato come sia necessario avere dei centri di grande riferimento non solo logistici ma anche per quanto riguarda i servizi legati all’emergenza. Inoltre, è fondamentale avere strutture che dialoghino col territorio, specie in una zona strategica come è la provincia di Varese, avendo accanto un aeroporto e tanti collegamenti stradali e autostradali. Una visione che parte da lontano e possibile oggi grazie all’intuizione di Roberto Maroni che è stato capace all’epoca di recuperare i fondi per finanziarlo».
Le preoccupazioni di Astuti
Due invece i temi sollevati da Samuele Astuti (Pd). «Innanzitutto, non sappiamo ancora nulla della destinazione d’uso delle due aree che attualmente ospitano gli ospedali di Busto e di Gallarate. Ci hanno detto che se ne parlerà più avanti, ma non è questo esattamente il modo più responsabile di affrontare la pianificazione della rete dei servizi sanitari». Ciò che preoccupa maggiormente il consigliere dem «è il fatto che non abbiano saputo motivare la scelta dell’area, perché abbiano scelto il quartiere di Beata Giuliana e non, per esempio, il sedime attuale dell’ospedale di Busto Arsizio». E ancora: «Ci preoccupano anche i costi dell’opera, che ammontano a 440 milioni di euro e le tempistiche, visto che ci sono voluti otto anni per arrivare all’accordo e ce ne vorranno almeno sei per la realizzazione della struttura ma quel che più ci allarma, e che non condividiamo assolutamente, è la modalità, superficiale e grezza, con cui questa giunta affronta la programmazione della sanità territoriale e della rete ospedaliera».
I dubbi di Licata
Tanti i dubbi espressi anche Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, al termine dell’audizione di oggi in Commissione Sanità del Direttore Generale Welfare di Regione Lombardia Giovanni Pavesi, chiamato a fornire maggiori dettagli sull’Accordo di Programma, già siglato, per la costruzione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate. «L’accordo di programma oggi presentato in Commissione – continua Licata- si concentra esclusivamente sulla realizzazione del nuovo polo ospedaliero da 33.000 mq, del valore di 440 milioni di euro, per 773 posti letto. Quindi, al di fuori di questi dati generali, tuttora manca una visione strategica d’insieme che consideri anche le finalità che verranno attribuite alle due strutture esistenti di Busto e Gallarate, previsione che ritengo debba essere precedente alla progettazione del nuovo ospedale. Ma soprattutto, oggi è emersa poca chiarezza sulla lunga fase transitoria che precederà la nascita del nuovo ospedale. I disservizi e lo spettro dello smantellamento dei due attuali ospedali sono questioni contingenti, che riguardano oggi molti cittadini, basti guardare ai presidi che continuano a susseguirsi e ad una petizione firmata da 12.000 persone che chiede il mantenimento dell’ospedale di Gallarate. Non si può continuare a buttare la palla in avanti».
Le domande di Ferrazzi
Perplessità anche da Luca Ferrazzi (Lombardia Migliore) sulle risposte ricevute in merito al perché sia stata scelta l’area di Beata Giuliana («Dicono che era la migliore ma senza presentare una adeguata documentazione a supporto»). Il consigliere regionale di Gallarate ha affrontato anche il tema dei posti letto – 773 di degenza ordinaria – chiedendo che prospettive di rimodulazione possa avere la struttura per evitare di «nascere già bruciata». Ha espresso inoltre dubbi sul futuro dei due attuali ospedali («L’esempio di Legnano è lampante e sotto gli occhi di tutti») e ha chiesto quale vocazione di riferimento dovrà avere la nuova struttura, sottolineando che una specificità nella emergenza/urgenza risponderebbe a una necessità ultraventennale («lo si diceva già quando nacque Malpensa 2000») in un’area a forte conurbazione e con la presenza di un aeroporto intercontinentale sul territorio.