Gallera a Busto tra affanni, incertezze politiche e aspettative per il futuro

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Giulio Gallera

Per la mattinata di venerdì 12 giugno è annunciata la visita di Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, all’ospedale di Busto Arsizio. Il rappresentante dell’esecutivo di Attilio Fontana inaugurerà la nuova sede della Cardiologia, ma è evidente che la sua presenza introduce una serie di altre questioni che vanno al di là di un formale taglio del nastro per la ricollocazione di un reparto ospedaliero. Gallera è al centro delle polemiche per la gestione dell’emergenza Covid in Lombardia, fino al punto da mettere in discussione la sua permanenza alla guida dello strategico assessorato.

Motivi tecnici, diciamo così, sostengono il confronto politico, un aspro e teso confronto, dentro e fuori il perimetro del centrodestra, che i vertici regionali hanno cercato di attenuare sostituendo il direttore generale del settore sanità. Ma sono in molti a lavorare per far cadere anche la testa di Gallera. A soffiare sul fuoco ci sono le opposizioni piddina e pentastellata, com’è logico che sia, ma non solo. Nella stessa maggioranza, una parte della Lega vedrebbe volentieri l’avvicendamento dell’esponente di Forza Italia con un leghista, soddisfacendo così mai sopite velleità del Carroccio a rimpossessarsi dell’assessorato più importante della Regione, appunto quello al Welfare. Sottotraccia c’è chi briga per convincere il governatore Fontana a procedere velocemente a un rimpasto della giunta che dia il benservito a Giulio Gallera.

Lo merita? Qui i pareri sono discordanti e vanno tutti a parare nel peggior evento del Dopoguerra: l’epidemia, che si è abbattuta come un’onda pazzesca e improvvisa sulla Lombardia. Con tutte le conseguenze del caso, compresi gli errori di valutazione di coloro i quali avevano e hanno l’incombenza istituzionale di farvi fronte. Nel palleggio delle responsabilità tra governo centrale e Regione si è inserita la magistratura, che sta accertando eventuali responsabilità. Discorso molto ampio e, diciamolo pure, rischioso per via delle prospettive dalle quali lo si affronta. Senza dimenticare l’aspetto umano, le migliaia di vittime e le decine di migliaia di ammalati che chiedono, anzi, pretendono rispetto. E, a questo punto, vogliono la verità, però affrancata da sciacallaggi della politica.

Gallera arriva a Busto Arsizio con queste premesse. Ma in una situazione locale che, per fortuna o per altro che non sapremmo spiegare, presenta meno spigolosità rispetto ad altre situazioni. Qui il Covid si è abbattutto con una veemenza meno devastante e il sistema ospedaliero ha potuto affrontarlo senza i terribili affanni e i tanti drammi registrati altrove. Non che sia filato tutto liscio, né che medici e infermieri abbiano compiuto una passeggiata salvando vite, ma la conta delle vittime è decisamente inferiore a città e territori epicentro dell’epidemia. E allora, che cosa ci verrà a dire l’assessore? Oltre ai doverosi ringraziamenti per gli operatori sanitari, che si sono spesi senza tregua, rimangono gli aspetti riguardanti il futuro. Uno sopra gli altri: il destino dell’ospedale unico tra Busto e Gallarate. Opera riproposta dalla Regione anche in piena emergenza; ma un conto sono gli annunci un altro i fatti. Ecco, sarebbe interessante capire a che punto è la procedura per realizzare il nuovo nosocomio; infine, che cosa il Covid comporterà per il progetto e, appunto, per la sua realizzazione.

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