All’Ospedale di Saronno nasce un’equipe multidisciplinare contro il diabete

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SARONNO – Un percorso specifico per il paziente diabetico, con una terapia costruita su misura. È realtà all’Ospedale di Saronno, dove è stata costituita un’equipe multidisciplinare per lavorare in rete per affrontare il diabete e le sue complicanze. Una patologia i cui dati sono in crescita negli ultimi anni.

Numeri in crescita

In Italia in base ai dati Istat nel 2020 è stata stimata una prevalenza del diabete pari al 5,9%, che corrisponde a oltre 3,5 milioni di persone, con un trend in lento aumento negli ultimi anni. La prevalenza aumenta al crescere dell’età fino a raggiungere il 21% tra le persone over65. Tra coloro che riferiscono una diagnosi di diabete vi è un’alta prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare: eccesso ponderale (71%), ipertensione (52%), ipercolesterolemia (43%), sedentarietà (49%), fumo (23%) %), indipendentemente da altri fattori di rischio. Il rischio di malattie cardiovascolari è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete rispetto al resto della popolazione, ed è responsabile di oltre la metà delle morti per diabete. Secondo lo studio “Okkio alla salute” in Italia nel 2019, i bambini in sovrappeso sono stati il 20,4% e gli obesi il 9,4% (valori soglia dell’International Obesity Task Force). Il paese della dieta mediterranea risulta dunque tra le nazioni europee con i valori più elevati di eccesso ponderale nei bambini.

Terapie su misura

All’Ospedale di Saronno si è deciso pertanto di implementare l’ambulatorio di Diabetologia, guidato da Eva Palmieri, diabetologa ed endocrinologa di grande esperienza, affiancata da altri due specialisti in diabetologia. «Siamo consapevoli che il diabete di tipo 2, con le sue complicanze multiorgano, è una delle cause maggiori di morti e disabilità nella popolazione – osserva Alba Sciascera, primario della Uoc Medicina cui l’ambulatorio afferisce – ed è per tale motivo che abbiamo voluto costruire una equipe multidisciplinare che lavori in rete e che affronti parallelamente il diabete e le sue complicanze. La storia naturale della malattia diabetica è strettamente associata allo sviluppo di complicanze croniche micro e macro vascolari (angina, ictus, infarto, arteriopatia periferica), da qui nasce l’importanza dello screening vascolare nel paziente diabetico. L’Ospedale di Saronno accoglie l’Ambulatorio di Chirurgia Vascolare perché diabete e malattie cardiovascolari possono essere considerate due facce della stessa medaglia. Per questo, insieme alla Dott.ssa Anna Maria Socrate – Direttore della Chirurgia Vascolare di Busto Arsizio – abbiamo costruito un percorso specifico per il paziente diabetico. Un attento studio della vascolarizzazione degli arti inferiori ci permette di ritagliare su misura la terapia per ogni singolo paziente, che sia essa di tipo medico o suscettibile invece di approccio invasivo (chirurgico e/o, sempre più spesso endovascolare (Pta, stent, ecc.). Tutto ciò, anche nell’ottica di dar seguito alla Dgr 1263/2023 con la quale Regione Lombardia ha identificato la nostra Azienda come centro di II livello per il trattamento del piede diabetico».

Lavoro in team

La multidisciplinarità consente di avviare il paziente all’ambulatorio di sorveglianza della terapia anticoagulante, in cui gli specialisti Daniele Sironi e Silvia Freri definiranno un trattamento a base di antitrombotici e antiaggreganti, oppure di agganciarlo, se necessario, all’ambulatorio di chirurgia vascolare per un approccio maggiormente intensivo. «Le complicanze del diabete diminuiscono – commenta la responsabile dell’ambulatorio Eva Palmieri – se i pazienti sono controllati e istruiti. È da qui che nasce la necessità di un team working (chirurghi vascolari, dietiste, medici e infermieri specialisti del follow-up per la terapia anticoagulante, infermieri di famiglia, medici internisti che studiano il rischio cardiovascolare e le dislipidemie) per garantire il massimo della competenza non solo nella gestione della patologia principale, il diabete appunto, ma anche delle sue potenziali complicanze, la prevenzione delle quali conduce a minore disabilità e a miglioramento degli outcome di malattia». La cura del paziente diabetico si arricchisce pertanto ulteriormente grazie al già avviato progetto di telemonitoraggio dei pazienti cronici polipatologici (telemedicina).

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