“Guerra voleva lasciare la moglie”: nuove rivelazioni al processo per le morti in corsia

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SARONNO – Massimo Guerra avrebbe voluto lasciare la moglie, separarsi dalla donna che aveva sposato e che gli aveva dato due figli. La stessa donna che secondo il tribunale di Busto Arsizio lo ha ucciso (Laura Taroni è stata condannata a 30 anni di reclusione). Si era confidato con una conoscente, Maria Assunta Eder 75 anni di Gallarate, diventata nel corso degli anni sempre più sua confidente. Quella andata in scena nella mattinata di lunedì 17 settembre è stata l’ennesima udienza dell’inchiesta “Angeli e Demoni” che vede coinvolto in prima persona, Leonardo Cazzaniga, l’ex vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, accusato di omicidio volontario per il decesso di 11 pazienti in corsia e di tre persone in ambito familiare.

Parla la confidente

“Mi raccontava – ha spiegato la donna in udienza, davanti al presidente collegiale, Renata Peragallo – che quando era a Brescia stava benissimo, era contento. Ci era rimasto per 5 anni. Diceva che era stato il suo periodo di vita più bello”. Massimo Guerra trovò in lei una confidente a tal punto da rivelarle anche i problemi del “menage” familiare. Un clima davvero difficile, molto complicato. Mi raccontò che Laura Taroni era uscita da poco da una delusione. Decise di sposarla, ma le cose andarono male dopo la nascita del secondo figlio. Da quel momento Massimo mi raccontava che la moglie non voleva più avere rapporti con lui. Mi disse che si sentiva abbandonato, solo. Laura mi aveva raccontato che una volta aveva dato al marito uno schiaffo dopo che aveva provato un approccio. E lui ovviamente c’era rimasto male. Chiesi a Massimo se avesse avuto relazioni con altre donne nel frattempo e lui non disse né sì né no. Fece un sorrisino, ma non disse nulla al riguardo. Mi aveva raccontato che la mogli dormiva con i figli”.

Le liti in famiglia

“Mi disse che avrebbe voluto separarsi, ma che non poteva farlo per la sua famiglia”. La testimone ha raccontato anche gli ultimi tempi di vita di Massimo Guerra. “Gli ultimi giorni prima di morire – ha ricordato la donna – Massimo tremava, aveva la testa e le mani tremanti. Era stanco, debilitato, con la bava alla bocca. Gli chiesi cosa avesse e di andare a farsi visitare. Lui mi diceva che la moglie era il dottore della casa”. “Il giorno della morte di Massimo – ha sottolineato la donna – mi avvicinai al corpo ma la signora Maria Rita mi disse di non toccarlo perchè l’aveva truccato. Quel giorno ricordo lo zio Nazareno e la suocera, Maria Rita Clerici, litigare rinfacciandosi vicendevolmente che l’avevano fatto morire loro”. Tra i testi anche un collega agricoltore di Fenegrò, Guerino Dui: “Avevamo avviato una collaborazione con Massimo Guerra e la sua azienda – ha raccontato – circa tre anni prima della sua morte. Nell’ultimo periodo lo ricordo pallido, era stanco. Gli dicevo di farsi curare e di cambiare medico. Aveva il fiatone e problemi di memoria. Era distrutto”.

ospedale omicidi Cazzaniga – MALPENSA24