Su Accam la Lega è pronta a ribadire la chiusura dell’impianto nel 2021

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BUSTO ARSIZIO – Accam deve chiudere nel 2021, niente slittamento di data. A ribadirlo in vista dell’assemblea dei sindaci soci, che dovrebbe tenersi settimana prossima, non sono gli esponenti del Comitato Inceneritore e nemmeno i consiglieri dei Cinque stelle, bensì la Lega di Busto. E se la posizione del Carroccio venisse confermata si aprirebbe una serie di scenari nuovi. Anche a livello politico, poiché è chiaro che, di colpo, in maggioranza potrebbero esserci tensioni.

Voci non smentite

Il fatto che la Lega sia intenzionata a ribadire quale data di chiusura il 31 dicembre 2021 è al momento una voce. Che però negli ambienti politici cittadini è iniziata a circolare qualche giorno fa e con insistenza oggi, lunedì 17 settembre. Che questa sia la posizione ufficiale della Lega cittadina su Accam nessuno tra i leghisti lo conferma. Ma nemmeno lo smentisce. Che invece il Carroccio stia ragionando su cosa fare e indirettamente ammette che questa è una delle ipotesi sul tavolo, lo fa sapere il segretario cittadino Francesco Speroni, il quale senza entrare nel dettaglio della questione, si limita a dire: «Vedremo. Abbiamo una riunione su Accam proprio nei prossimi giorni. Ci confronteremo al nostro interno e decideremo cosa fare». Pare inoltre che il caso dell’inceneritore non sia l’unico argomento che verrà dibattuto nella riunione di partito.

Posizione che preoccupa

La possibilità che la Lega si dica d’accordo sulla chiusura dell’inceneritore nel 20121 e quindi contraria a un eventuale slittamento preoccupa non poco e non poche persone.

A drizzare le antenne ci sono certamente i compagni di viaggio che insieme governano Busto. Per ora in Forza Italia nessuno ha il mandato di aprire bocca sulla questione. Si attendono le mosse ufficiali del Carroccio, ma è chiaro che l’ipotesi ha subito messo tutti sul chi vive. Tanto più che da tempo si sta lavorando di diplomazia per trovare uno sbocco a una situazione davvero ingarbugliata. Non è perciò da escludere che nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore possa venir convocata una nuova e non prevista riunione di maggioranza. Anche se a stoppare tutti e a rimettere di nuovo a posto le pedine potrebbe arrivare un’indicazione (o un’imposizione) dai vertici leghisti provinciali oltre che regionali.

Non solo. Oltre a quella dei politici, l’altra “categoria” che segue con un po’ di patema d’animo l’intera vicenda è quella di chi in Accam ci lavora. Si tratta di circa 100 dipendenti, 50 direttamente assunti da Accam e altrettanti in forza alla società Europower, che sperano di essere tenuti in considerazione al momento di prendere una decisione. E per loro la speranza è che non ci si irrigidisca sulla data, ma si propenda per lo slittamento che darebbe sicuramente più respiro alla società, ma anche ai lavoratori.

Del domani non c’è certezza

Insomma la situazione, oltre che poco chiara è in perenne evoluzione. Anche se i quesiti ai quali rispondere in caso di chiusura nel 2021 sono sempre gli stessi. E tra questi anche quello legato agli ultimi e recenti investimenti per mettere a norma l’impianto e ridurre l’emissione dei fumi. Una spesa pesante, di qualche milione di euro e che, risulterebbe incomprensibile a fronte della chiusura fissata al 2021, oltre che gravare sul piano di rientro in così poco tempo. Uno dei motivi del possibile slittamento della chiusura, infatti, era anche dovuto al fatto che la società avrebbe così più agio nel sistemare bilanci, conti e far fronte agli investimenti fatti.

 

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