A Palazzo Gilardoni fronte sindacale spaccato. Csa, Cisl e Uil: «Noi esclusi»

palazzo gilardoni sindacati busto

BUSTO ARSIZIO – Angiolino Liguori, figura storica del sindaco e referente del Csa, tira colpi a (centro) destra: «L’amministrazione  ha tenuto aperto una trattativa fino a maggio, quando già a dicembre c’era una determina dirigenziale»; e a manca, ovvero a sinistra, contro Cgil, Cub e Adl dell’Rsu, perché «così spaccano il fronte sindacale. E rendono più forte l’amministrazione».

La questione è legata all’articolo 208 del Codice della strada e a quella parte di proventi delle multe che viene destinata per la pensione integrativa degli agenti di polizia locale. Indennità che, secondo la delibera dirigenziale in questione, non viene più versata sul fondo assicurativo privato d’origine, bensì su un altro fondo. «Stabilito – dicono i sindacati di Csa, Cisl e Uil – in maniera unilaterale e senza che i sindacati venissero informati di questa decisione». Ma il punto non è solo il cambio di fondo. Nella conferenza stampa convocata oggi, lunedì 17 giugno, da Csa, Cisl e Uil sul tavolo viene posta tutta una serie di questioni.

Il fronte si spacca

A far saltare la mosca al naso è stata la convocazione della conferenza stampa di settimana scorsa, alla quale Csa, Cisl e Uil non hanno partecipato. «Per il semplice fatto – dicono i sindacalisti – che le sigle che l’hanno convocata non hanno invitato le segreterie provinciale. Esclusa la Cgil». Liguori, Giuseppe Fedele della Uil e Nunzio Praticò di Cisl Funzione pubblica non entrano nel merito dei possibili motivi. Sottolineano solo la poca correttezza. E Liguori rincara: «Se qualcuno ci vuole screditare o emarginare, sappia che d’ora in avanti il nostro atteggiamento cambia. Il mancato invito non è cosa da poco, poiché va a inficiare la collaborazione sindacale e a rendere più forte l’amministrazione. Oltre a voler far passare che esiste una forma settoriale di sindacato. Però i verbali delle assemblee parlano chiaro e dicono quali sono i sindacati che propongono idee, che dialogano e mettono sul tavolo soluzioni. E non sono certi quelli che hanno fatto la prima conferenza stampa». L’esponente della Csa poi precisa che c’è anche una differenza nel “fare sindacato”. Insomma traccia una riga «tra chi va avanti a colpi di presidi e denunce (gli altri ndr) e chi invece apre trattative, dialoga e vuole arrivare a soluzioni eque, equilibrate nell’interesse di tutti i lavoratori. Anche con l’amministrazione che non è vista da noi come un nemico, bensì come referente per arrivare alla risoluzione dei problemi».

Serve un regolamento sulla 208

La posizione rispetto al cambio di fondo dell’indennità integrativa della pensione è tutto sommato identica a quella di Cgil, Cub e Adl. Nel senso che anche Csa, Cisl e Uil denunciano un comportamento scorretto tenuto dall’amministrazione. Però Liguori, Fedele e Praticò non si limitano a questa sottolineatura. «E’ imbarazzante il fatto che abbiano tenuto aperta una trattativa fino a qualche settimana fa, senza far emergere che sulla questione della 208 c’era già una determina dirigenziale risalente a dicembre. Come non è condivisibile che anche sul raddoppio dell’indennità non siamo stati nemmeno informati. Ma la cosa che più lascia perplessi è che non esiste un regolamento adeguato sulla questione. E ciò fa un emergere un dubbio non da poco: cosa hanno modificato se non vi sono regole scritte? E soprattutto: quanto è stato fatto fino a ora è valido?».

Quesiti che i sindacati pongono al pari di una richiesta che, in futuro, possa mettere tutti al riparo da querelle come quella che si è scatenata in questi giorni: «Sediamoci a un tavolo per stilare un regolamento chiaro. Amministrazione e sindacati».

palazzo gilardoni csa cisl uil – MALPENSA24