Palio di Legnano, il Gran Maestro La Rocca si presenta: «Primo, accrescere visibilità»

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LEGNANO – Migliorare l’appeal dei cittadini nei confronti delle contrade e allargare la conoscenza del Palio al di fuori della mura cittadine, con l’ambizione di arrivare a Milano; consolidare i valori dell’«unica manifestazione storica che ricorda un evento storico» e il suo patrimonio culturale. Sono gli obbiettivi fondamentali per il proprio mandato indicati da Giuseppe “Pippo” La Rocca, nuovo Gran Maestro del Collegio dei Capitani e delle Contrade del Palio di Legnano, che tiene a sottolineare: «Il fatto di essere l’unico candidato non è stato un bel segnale, ma un dispiacere per me e per il mio vice. La mia sarà una gestione a disposizione del Palio e delle contrade e per la città. Siamo un gruppo coeso e affiatato, dove tutti portano proprie proposte». La Rocca, già Capitano e Gran Priore della contrada di San Domenico, di professione medico dentista e nel mondo del Palio dal 1968, si è presentato alla stampa mercoledì 9 ottobre al Cenobio dei Capitani nel Castello Visconteo, insieme al suo vice, Andrea Monaci (ex Capitano di Sant’Erasmo) e al nuovo consiglio direttivo. La cerimonia dell’investitura religiosa si svolgerà venerdì 25 ottobre alle ore 19.00 nella chiesa di Sant’Ambrogio, con un corteo che partirà da Palazzo Malinverni per poi tornarvi; seguirà il giuramento al Castello.

«Lavorare tutti in sintonia, guai a chi rema contro»

«Il commissario prefettizio di Legnano – ha esordito La Rocca –, che è di Milano, non conosceva il Palio e non lo aveva mai visto. Ne è rimasta sbigottita e affascinata, come tutti coloro che lo vedono per la prima volta. La nostra sfilata è la più bella d’Europa, gli stessi senesi la riconoscono molto più bella della loro. Per promuoverla, lavoreremo in sintonia con tutti gli attori del Palio: Oratorio delle Castellane, cerimonieri, Famiglia Legnanese, Ufficio Palio e Cavaliere del Carroccio». Poi cita Felice Musazzi: «Quando diceva “Va là batel ca sem sù tuti” intendeva che se qualcuno rema da un’atra parte, la barca si ferma e va a fondo. Non ci devono essere protagonisti nel Palio, ma persone che dedicano la loro passione e il loro tempo per conseguire insieme dei successi. E vedrete che ci riusciremo». A cominciare dalle Contrade: «Dobbiamo accompagnarle nel loro percorso di crescita, Stanno facendo straordinari progressi nella crescita del loro ambiente e della loro casa, se crescono le contrade cresce il Palio, e se cresce il Palio cresce Legnano».

Fra le idee cartelli sulla A8 e “rete” con i monumenti cittadini. E sulla tv…

Dai principi al programma, La Rocca pensa a «una pubblicazione sulle spade dei Capitani, vere e proprie opere d’arte frutto di accurati studi e ricerche, come tutto ciò che entra nella sfilata. Poi una mostra al Castello dei Pesi del Palio (la scultura ricoperta con 1176 grammi d’argento consegnata alla Contrada vincente, nda) che esistono dal 1992 ma che molti cittadini non hanno mai visto perché dispersi nei manieri». Il successore di Alberto Oldrini («continueremo le tante cose buone fatte dall’amministrazione precedente, come la spesa di Natale per le famiglie indigenti, magari ripetendola nel corso dell’anno») pensa a cartelli sull’autostrada sul modello di quelli con la scritta “Benvenuti alla città del Palio” intorno ad Asti, di far conoscere la manifestazione e il suo direttivo nelle scuole, di far leva sui social. Ancora, vuole condividere il Palio con il patrimonio storico della città (La Rocca cita Palazzo Leone da Perego, il Museo Sutermeister, la Colombera, Casa Lampugnani) e corse per cavalli mezzosangue: «Il nostro è l’unico Palio corso da purosangue. Organizzeremo tavoli di lavoro per aumentare la risonanza e la presenza alle corse di addestramento con mezzosangue, per dare l’opportunità agli amici di Asti e di Fucecchio di farne sulla pista nel parco dell’Alto Milanese». E la tv?, chiediamo. «È una cosa cui aspiriamo – è la risposta –. Faremo trasmettere su una rete nazionale la Santa Messa della domenica del Palio sul sagrato di San Magno. Quest’anno i dirigenti RAI non hanno ritenuto opportuno dare visibilità alla città per quello che stava succedendo sul piano giudiziario. Servono gli agganci giusti. E Bossi non ci ha aiutato usando Alberto da Giussano come stemma del suo partito: dando al Carroccio una valenza politica, l’ha fatto sparire dalle reti nazionali. È amaro dirlo, ma innegabile nei fatti. Oggi la Lega è il secondo o il terzo partito in molte regioni del Sud e queste argomentazioni potrebbero cadere».

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