Pandemia e lockdown, in mostra a Comabbio il diario di Giovanni Cerri

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COMABBIO“Diario della pandemia”, riflessione strettamente personale sul periodo vissuto in lockdown dell’artista milanese Giovanni Cerri, nasce come un lavoro di preparazione per la personale prevista nel 2021 al Museo Italo Americano di San Francisco. Dei 118 disegni realizzati a penna su carta, ne sono stati selezionati 40 per la mostra in programma da sabato 10 ottobre – l’inaugurazione è fissata per le 10 – a domenica primo novembre alla Casa Lucio Fontana di Comabbio, che per la prima volta apre i suoi spazi a un artista contemporaneo. Sarà possibile visitare l’esposizione, che gode del patrocinio del Comune di Comabbio, al sabato e alla domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30. L’ingresso è libero ma è obbligatoria la mascherina.

La memoria storica di avvenimenti simili

Giovanni Cerri, classe 1969, sviluppa una ricerca sul problema in sé delle epidemie, facendo coincidere la situazione che vive al presente con la memoria storica di avvenimenti simili già accaduti, cercando fonti, notizie, cenni letterari, immagini dei tempi addietro. Fissa sensazioni ed emozioni: vuoti e silenzi nella città deserta come mai si era vista, omaggi a opere d’arte anch’esse recluse nei musei serrati, citazioni letterarie che raccontano fatti simili a quelli che si stavano vivendo in quei giorni, in quei mesi. Un dipinto citato, particolarmente simbolico per questi avvenimenti, è il Cristo morto di Andrea Mantegna, conservato nella Pinacoteca di Brera. Oppure, per quel monito di Cristo rivolto alla Maddalena, “Noli me tangere” (Non mi toccare), motivo così spesso ricorrente nella pittura rinascimentale, ecco la citazione di una famosa opera di Correggio. Un vuoto Cenacolo leonardesco lascia aperta la domanda: chi deve arrivare? Chi se ne è già andato?

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Papa Francesco e lo spazio deserto del sagrato

In alcuni casi ci sono riferimenti precisi, addirittura databili. Alcune carte sono dedicate a Papa Francesco, in quel 27 marzo tetro e piovoso, colto nella solitudine nel grande spazio deserto del sagrato di Piazza San Pietro. Il giorno della benedizione e della preghiera Urbi et Orbi, alla città e al mondo, nell’assenza totale di esseri umani. In riferimento alle drammatiche immagini dei camion dell’esercito carichi di bare nelle vie di Bergamo, la citazione del grande affresco dell’Oratorio dei Disciplini a Clusone, uno dei massimi esempi dei Trionfi della Morte. Le variazioni sul tema di quel grande dipinto scorrono su alcuni fogli, diventando uno dei motivi ricorrenti nel diario.

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Alessandro Manzoni e l’influenza spagnola del 1918

E poi Alessandro Manzoni, non poteva mancare: “I promessi sposi” e “La colonna infame”. Affiorano qui luoghi milanesi come il “Lazzaretto” e la “Vetra de’ Cittadini”, o figure importanti delle pestilenze del 1576 e del 1630 come Carlo e Federigo Borromeo. Alcuni spunti anche dalle fotografie e dai documenti dell’influenza spagnola del 1918, epidemia che flagellò l’Europa all’indomani del primo conflitto mondiale. Molti disegni, infine, raccontano l’assenza, il silenzio irreale di quei giorni: un carrello della spesa abbandonato, i parchi giochi senza bambini, le vie deserte, le piante e gli arbusti che crescevano liberamente per la mancata presenza degli uomini invasori, la desolazione di spazi inanimati.

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Le città fantasma dipinte sulla carta di quotidiano

Giovanni Cerri ha iniziato a esporre nel 1987 e da allora ha tenuto mostre personali in Italia e all’estero, esponendo in importanti città come Berlino, Francoforte sul Meno, Colonia, Stoccarda, Copenaghen, Parigi, Varsavia, Toronto, Rabat, Shanghai. Da sempre attratto dal territorio urbano di periferia, la sua ricerca si è sviluppata nell’indagine tematica dell’archeologia industriale, con raffigurazioni di fabbriche dismesse, aree abbandonate e relitti di edifici al confine tra città e hinterland. Dal 2001 al 2009 ha lavorato al ciclo delle “città fantasma”, dipingendo sulla carta di quotidiano, supporto che raccontava la nostra contemporaneità, come una sorta di cronaca affiorante dalla materia pittorica. Nel 2008 è presente con il padre Giancarlo al Museo della Permanente a Milano nella mostra «I Cerri, Giancarlo e Giovanni. La pittura di generazione in generazione». Nel 2011, invitato dal curatore Vittorio Sgarbi, espone al Padiglione Italia Regione Lombardia alla Biennale di Venezia. Nel 2019  la Frankfurter Westend Galerie di Francoforte sul Meno ospita la sua “Memoria e Futuro / Erinnerung und Zukunft. A Milano, nell’anno di Leonardo”, in occasione del quinto centenario leonardesco.

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