Patagonia on the road, missione compiuta per due cicloamatori “over” di Varese

Varese Patagonia

VARESE – Sono rientrati in Italia nelle scorse ore i due cicloamatori partiti da Varese il 4 novembre scorso per affrontare un tour in bicicletta della Patagonia. Fernando Galasso e Ferdinando Cortese, rispettivamente 69 e 74 anni, hanno percorso circa 1300 km nel profondo sud dell’America Latina. Un’avventura speciale ricca di ricordi e aneddoti: la dimostrazione che con la forza di volontà e la giusta preparazione fisica si può arrivare ovunque. «Se ce l’abbiamo fatta noi a 70 anni lo possono fare tutti», commenta Fernando Galasso.

Un mese e mezzo in viaggio

I due cicloamatori erano partiti da Malpensa lo scorso 4 novembre e sono rientrati a Linate ieri, 21 dicembre. 50 giorni trascorsi in viaggio, tra chilometri macinati in bicicletta ed escursioni in montagna. Un turismo lento, con lo scopo di scoprire le bellezze di una regione ricca di meraviglie naturali. 1300 circa i km affrontati sulle due ruote attraversando tutta la Patagonia. Non è mancato però un imprevisto, che ha costretto i due pensionati varesini ad adottare un piano B. «Affrontare le frontiere con il Covid è un disastro – racconta Galasso – dovevamo entrare in Argentina con la bici ma le frontiere terrestri erano chiuse e quindi abbiamo continuato in Cile, navigando per 2 giorni e 2 notti con un’operazione di ripiego rispetto al piano principale che prevedeva il passaggio in Argentina». Il viaggio in bicicletta si è svolto quindi interamente in Cile, mentre il trasferimento in Argentina è avvenuto solamente in aereo, per il rientro da Buenos Aires.

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Incontri e luoghi speciali

Nonostante il cambio di programma l’avventura in Patagonia è stata ricca di emozioni per i due cicloamatori. «È stata un’esperienza bellissima, abbiamo conosciuto tante persone con usi e costumi diversi ai nostri e abbiamo solidarizzato con altri cicloturisti che venivano non solo dal Cile ma anche da Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Israele». Molto positivo anche il contatto con la gente del posto, sempre disponibile a dare una mano. «Una volta mi si è rotto il portapacchi – racconta Galasso – e una macchina si è fermata spontaneamente per aiutarmi. Abbiamo trovato tanta disponibilità nelle persone e negli automobilisti, che rispettavano i ciclisti e le distanze». I pernottamenti sono stati quasi sempre in strutture al chiuso, ma in alcune occasioni i due avventurieri varesini hanno dovuto trascorrere la notte in modo alternativo: in tenda, in un capanno e addirittura in una fermata dell’autobus. Sforzi ripagati dai meravigliosi panorami ammirati. «I più belli sono stati il Cerro Castillo, le Cattedrali di Marmo al Lago General Carrera e le Torres del Paine».

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Prossima tappa Mongolia

Il tour della Patagonia è stato un viaggio di emozioni e anche di fatica, in particolare lungo la Carretera Austral, infinita strada sterrata lunga centinaia di km. «Una vera impresa – osserva Galasso – con il tempo asciutto è molto polverosa, mentre quando piove diventa un terreno fangoso». E poi c’è la variabile del vento, che ha accompagnato i due cicloturisti per giorni. Il loro viaggio è stato infatti soprannominato non a caso “Patagonia Contro Vento”, il nome della pagina Facebook in cui hanno tenuto un diario di bordo. «Quando c’è il vento o è forte o è fortissimo, non c’è una via di mezzo. In due occasioni ci siamo proprio dovuti fermare». Ma il viaggio in ogni caso è andato in porto. «Un’avventura così è fattibile anche a 70 anni – conclude Fernando Galasso – è un’esperienza che consiglio a chi vuole fare un turismo green alternativo. In futuro tornerò a fare quel passaggio di frontiera tra Cile e Argentina e sto accarezzando una mezza idea per un nuovo viaggio: la Mongolia».

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