I nuovi leader politici? Meglio Coppi e Bartali

patrini politici coppi bartali

di Luigi Patrini

Quello che sta finendo (“sta finendo”, perché non è ancora “finito”) è abbastanza chiaro: sta finendo la Prima Repubblica. Quello che sta per nascere, invece, non è ben chiaro, perché – per il bene del nostro Paese – sarebbe necessario che gli attori che si muovono sulla scena politica avessero un progetto vero, possibilmente ragionevole, e non si muovessero, invece, in modo improvvisato e istintivo, guardando solo a una spanna dal loro naso.

Il Centro destra e il Centro sinistra si stanno sfaldando e non è ben chiaro come si riorganizzeranno. Grazie ai due “Mattei” si stanno davvero disgregando: Renzi ha dato un colpo decisivo al PD, mettendolo in crisi e poi uscendone; Salvini ha fatto lo stesso nel Centro destra; entrambi hanno dimenticato che, a Dx come a Sn, si governa dal centro e non dalle estreme.

Assunta la carica che fu di Renzi, dopo la parentesi di Zingaretti, Enrico Letta ha avuto un avvio promettente, che lasciava sperare una riorganizzazione della sinistra tanto positiva da riuscire a costringere anche la destra a ridarsi un assetto più credibile. Oggi, invece, non è più “sereno” e sembra voler assumere posizioni radicaleggianti, ideologiche ed estremiste, come dimostra la sua difesa del ddl Zan – Scalfarotto: “Legge Zan, ha dichiarato, e Ius Soli: non abbiamo intenzione di ammainare le nostre bandiere”.

patrini politici coppi bartali
Luigi Patrini

Che un ex “enfant prodige” della DC arrivi a fare della legge Zan – contestata anche da parte del mondo femminista di Sinistra e dello stesso PD, che vorrebbe modificare alcune delle norme previste – una “bandiera” e, addirittura, una “battaglia”, dice con chiarezza lampante le difficoltà di Letta, arrivato alla guida di un partito ampiamente screditato da scelte recenti disastrose quali aver difeso a spada tratta il governo Conte 2, caduto per la sfiducia dei suoi stessi sostenitori, e aver tentato una politica di accordo con un M5S che è allo sfascio e ha un’anima antipolitica; senza dimenticare poi che, a parte la breve stagione del Conte Uno “giallo-verde”, il PD è al governo da dieci anni che sono stati disastrosi per l’economia del nostro Paese. Con una posizione così debole alle spalle, Letta non può che “graffiare” continuamente gli alleati-avversari della Lega, con cui deve convivere nell’alleanza che sostiene Draghi. Altro che “ristrutturare” l’area della sinistra nazionale!

E Salvini? Il leader della Lega aspira, legittimamente, a sostituire Berlusconi, di cui ha messo in evidenza l’incapacità di costituire una solida e credibile classe politica che potesse sostituirlo in una fase in cui è ormai evidente il suo essere “sul viale del tramonto”. L’ex Cavaliere, d’altra parte, amava “segare” quanti non accettavano di essere dei semplici “yes-man” e le sue vicende personali hanno reso sempre meno attraente la sua immagine politica. Salvini, però, ha adottato una politica aggressiva e si trova in difficoltà nel Centro destra, sia per la crescente concorrenza della Meloni, sia per quella sgradevole arroganza che lo porta a volersi sempre distinguere dai soci della “larga maggioranza” di cui pure fa parte. Tutto ciò genera una permanente conflittualità nella coalizione che sostiene il Governo Draghi e, giustamente, un amico giornalista osservava qualche giorno fa che, se Letta e Salvini non mettono da parte l’impazienza di conquistare Palazzo Chigi, assisteremo alla partita su chi “regalerà” Mario Draghi all’avversario.

Dopo aver presentato a Bruxelles entro i termini previsti – nonostante il tempo perso dal Conte 2 – il PNRR, il Governo appare più che mai senza alternative e Draghi non si lascia certo né comprare da nessuno, né regalare a nessuno: la sua autorevolezza, accresciuta dalla notizia che “non prende niente” come Capo del Governo, lo rende irraggiungibile da questi “leader di professione!

Non sarebbe davvero male se – almeno per qualche tempo – entrambi smettessero di punzecchiarsi reciprocamente nella speranza di avvantaggiarsi in una ipotizzata “volata finale” che faccia loro vincere le prossime elezioni: sono così presi dal loro antagonismo che nessuno pensa più a modificare le leggi elettorali di dubbia costituzionalità con cui abbiamo votato nelle ultime tornate elettorali!

Nel frattempo potrebbero far vedere in positivo – se le hanno – le capacità di coerenza e di rispetto dei veri bisogni del popolo elettore, sempre più desideroso di essere governato da una classe politica seria, competente e davvero attenta ai suoi bisogni. Sarebbe l’occasione per poter capire meglio che la “concorrenza”, almeno in politica, è davvero un gareggiare “correndo insieme”.

Viene in mente la famosa foto in cui Bartali e Coppi si passano la borraccia: quasi non si capisce chi la dà e chi la riceve. Così dovrebbe essere quando i partiti politici e i loro leader vogliono davvero il bene del popolo: i cittadini dovrebbero poter capire, tutti, che essi lavorano insieme, che si considerano avversari e concorrenti, non nemici che vogliono eliminarsi l’un l’altro! La politica dovrebbe finalmente capire che bisogna unire risolvendo i problemi, non dividere ulteriormente una società già in crisi, proponendo battaglie ideologiche che non hanno alcun valore per il vero benessere del popolo.

patrini politici coppi bartali – MALPENSA24