Il Pd fuori dai giochi a Turbigo: «Traditi dalla civica per paura della sinistra»

turbigo elezioni pd castanoprimo

CASTANO PRIMOVotare il meno peggio o astenersi. È l’indicazione che il Pd di Turbigo darà ai propri elettori, anche con un volantino che sarà distribuito nei prossimi giorni, su chi scegliere alle Amministrative di ottobre dopo il fidanzamento fallito con la lista SìAmo Turbigo, l’unica rivale in campo del centrodestra. Lo hanno spiegato nella sera di oggi, venerdì 10 settembre, Simone Meazza, segretario del Circolo Pd di Turbigo e Nosate ed Enrico Cozzi, segretario Pd di zona (nella foto, da destra) nella sede del partito a Castano Primo, tra una ricostruzione dei rapporti intercorsi con i potenziali alleati e distinguo sulla linea infine adottata.

Meazza: «Disattese le nostre condizioni»

«È una storia che mi provoca grande dispiacere e grande rabbia – ha esordito Meazza raccontando quasi due anni di accordi sfumati con Turbigo da Vivere e poi con la lista civica che candida a sindaco Renata CeruttiFrancesco Gritta (candidato consigliere della civica e vicesindaco in pectore, nda) aveva condiviso numerose iniziative del Pd ed eravamo giunti alla decisione di creare un gruppo unitario nell’area del centrosinistra, senza ripetere gli errori del passato quando ci siamo presentati alle elezioni divisi.

«Io – ha puntualizzato il segretario turbighese dei Democratici – ero disponibile al confronto a tre condizioni: che non si arrivasse a una lista calderone, unita solo dall’avversione per il sindaco uscente, ma con motivi fondanti, idee e valori specifici per collocarla nell’area di centrosinistra, come avvenuto con successo per esempio a Castano; che coinvolgesse persone del Circolo cittadino del Pd; e che la nostra partecipazione non fosse nascosta ma manifesta. Seguirono mesi di silenzio, senza nessun contatto né incontro, e maturò l’idea di un gruppo civico profondamente diverso da quello che volevamo, con persone molto differenti per idee e trascorsi politici, come confermano i nomi che lo compongono. Con un programma molto tenue e superficiale, in linea con l’idea per cui l’Amministrazione comunale dovrebbe occuparsi solo dei piccoli problemi dei cittadini. Ancora, scattarono veti discutibili nei nostri confronti, comprese tutte le persone del Circolo da me coinvolte per partecipare a questa realtà civica. Unica eccezione: Stefania Pillon, del direttivo regionale del Pd, forse accettata per le quote rosa, visto che nella lista c’erano poche donne, ma che non avrebbe mai dovuto dichiarare la propria iscrizione al partito».

La linea: votare il meno peggio o astenersi

Per Meazza, alla fine il gruppo civico ha espresso l’intenzione di «ammiccare al centrodestra, nella convinzione che gli elettori di sinistra l’avrebbero comunque votato. In realtà la loro campagna elettorale si è fondata su un’idea antiquata, cioè che a Turbigo si conoscono tutti, mentre così più non è. Noi chiedevamo due persone in lista, un uomo e una donna, ma non sarebbero state accettate perché così avrebbero raccolto entrambi i voti del nostro elettorato, venendo certamente elette. Ci siamo scontrati con la volontà di fare guerra a Pd più che pensare al bene del gruppo civico.

«Non ho la presunzione né l’arroganza di dire all’elettorato che cosa deve fare. Poiché non c’erano più i tempi per presentare una nostra lista (gli ultimi incontri risalgono allo scorso luglio) rimangono due opzioni: votare scegliendo i meno peggio, scelta legittima ma pericolosa, perché nel lungo periodo diventa il peggio; oppure, se non ci si sente rappresentati da nessuno, astenersi, opzione condannabile se dettata dal menefreghismo ma che rappresenta un forte messaggio politico, di protesta e di delusione, se risultato di una profonda riflessione sulla situazione. Hanno tradito la nostra fiducia – ha concluso Meazza – avevano paura del Pd, adesso se hanno la forza vincano».

Cozzi: «Il civismo è un’altra cosa»

Posizione avallata da Cozzi con queste parole: «Non si può pensare al civismo pensando che le persone che vi entrano rinneghino le proprie idee e i propri valori. Chi dice che non è né di destra né di sinistra, 9 volte su 10 è di destra. Le buche nelle strade non hanno colore politico, ma il vero problema è che cosa farà l’Amministrazione su questioni come sociale, immigrazione, scuola, educazione, tutela dell’ambiente, fondi del Pnrr.

«Il civismo – ha incalzato il segretario dell’Altomilanese – non è non stare né da una parte né dall’altra. Abbiamo subìto veti personali da una formazione che cerca di raccogliere consensi mistificando e senza rispetto per i cittadini. Li attendiamo tra un anno per vedere se ci saranno ancora; noi ci saremo. Non invitiamo gli elettori a stare a casa, ma a riflettere: la politica non si fa così, perché così non funziona. In quella lista ci sono persone che non sanno fare politica. Non abbiamo bisogno di attaccarci al carro di nessuno, sarebbe stato più dignitoso dirci che non gli piacevamo, ma che volevano i nostri voti perché gli servivano per vincere».

Elezioni a Turbigo, Meazza: «Insensata l’esclusione del Pd dal gruppo pro Cerutti»

turbigo elezioni pd sinistra – MALPENSA24