Per i giovani c’è lavoro nel manifatturiero: si cercano 300mila figure

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VARESE – «Ragazzi, formatevi e cercate lavoro nel settore manifatturiero». È chiaro Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese, rispetto al futuro dei giovani. Il lavoro c’è, ma bisogna cercarlo nel giusto ambito. E in provincia, dove a crescere nel 2018 sono il comparto chimica gomma plastica e quello dei servizi, c’è bisogno che si faccia orientamento perché si formino «giovani con le competenze che il mercato del lavoro chiede».

Giovani già digitalizzati

I dati dell’Osservatorio del mercato del lavoro, presentati ieri 31 gennaio a Gallarate, mostrano chiaramente che, delle 1667 assunzioni effettuate nel 2018, il 30 per cento hanno riguardato giovani fino ai 25 anni di età. E ad aver fame di nuove competenze è il settore manifatturiero: si cercano «almeno 300mila figure e si fa fatica a trovarle», benché le nuove attitudini dei giovani facciano ben sperare: i lavoratori che si affacciano ora nel mondo delle imprese sono già dentro quella digitalizzazione che il modello di impresa 4.0 richiede per stare al passo con il mercato. E i corsi che vengono organizzati per il post diploma rendono «i ragazzi molto appetibili per le aziende, che li scelgono ancor prima che il loro percorso di studi finisca», spiega Giulio Di Martino, responsabile dell’area contrattualistica e bilateralità di Confartigianato imprese Varese.

Fare formazione

Proprio la scuola, sempre secondo Galli, diventa più che mai fondamentale perché si faccia formazione e orientamento, insieme ad una produttiva alternanza scuola-lavoro. La stessa scelta dell’istituto da frequentare, con preferenza per tecnici e professionali, indirizza i giovani verso «l’hummus fertile del mercato, in cui il lavoro si trova». E il resto lo fanno qualità professionali, impegno, voglia di crescere e imparare anche se in partenza non si possiedono tutte le competenze: «Per le aziende è un investimento: formare delle professionalità che mostrano desiderio di imparare, motivazione e serietà. Oggi, molto più di ieri, i ragazzi hanno voglia di lavorare e di farlo bene».

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