Piero Farenti: “Debito Roma preoccupante? No. Vi spiego perché”.

 

I conti della Roma stanno continuando a far discutere. C’è molta preoccupazione tra i tifosi giallorossi, ma probabilmente la situazione è meno grave di quel che sembra. Ne abbiamo parlato con Piero Farenti giornalista di Febbredaroma.it , specializzato in particolare in aspetti economici, societari e stadio

Rosso da 126 milioni: c’è da essere molto preoccupati?

Non c’è da essere particolarmente preoccupati visto che questo dato poteva essere dedotto già dalla fine dell’anno scorso. Noi già l’anno scorso dicevamo che alla Roma sarebbero servite plusvalenze per circa 150 milioni di euro. Ad aprile siamo arrivati a perdite per 126, a giugno arriveremo grossomodo a quella cifra. Non si deve essere particolarmente preoccupati per alcuni motivi. Intanto lo scorso primo aprile l’Uefa ha diffuso un comunicato nel quale diceva che il Financial Fair Play non sarebbe stato applicato al 30 giugno 2020. Il secondo motivo è che già alla fine dell’anno scorso negli ambienti trapelava che non ci sarebbe stata la totale copertura di perdita di bilancio. La Roma è in vendita e chiunque dovesse arrivare, inoltre, intraprenderebbe la strada del Voluntary Agreement. Qualcosa andrà fatto ovviamente per non rimetterci tanto. Ci saranno diverse plusvalenze, scambi sul modello Spinazzola-Pellegrini, ma non bisogna vedere quello dei 150, o quello che saranno, come obiettivo da raggiungere assolutamente.

Il rischio fallimento esiste?

L’indebitamento è una strada: l’imprenditore ha due strade davanti. O mette i soldi o si rivolge al mondo del credito come ha fatto la Roma. Creo debito, ma è debito consapevole. Il fatto che io ottenga 280 milioni in realtà è sintomo della mia solidità finanziaria.

La più grande banca d’investimento al mondo darebbe a tutti 280 milioni di euro in prestito?

Assolutamente no. Le proprietà più indebitate Juve e Inter sono in realtà le più solide. Esporsi per 280 milioni vuol dire che dietro c’è un impianto che vale il doppio se non il triplo. È la garanzia. Peraltro è una società in vendita. Un imprenditore può avere interesse a farla fallire? Che interesse ci sarebbe? Per una società in vendita sarebbe assurdo, totalmente illogico, senza senso.

Che risposta si è dato rispetto alla spettacolarizzazione della notizia del debito romanista?

Credo che ci sia molto di strumentale. La proprietà della Roma non si è mai fatta volere molto bene soprattutto dopo aver cancellato molti privilegi. Se c’è scritto debito diventa semplice fare un titolo strumentale senza guardare i debiti degli altri.

Cessione vicina: ci sono indizi?

Ci sono diversi indizi. Partiamo col fatto che la settimana prima dello stop del campionato doveva esserci la firma dell’accordo. Se il Covid avesse ritardato una settimana l’accordo sarebbe stato cosa fatta. Il 31 dicembre c’era un accordo trovato. La cessione era fatta. Il secondo è che per la prima volta c’è un’immissione di soldi da parte di Pallotta sottoforma di prestito che si riprenderà da futuri ricavi (ticketing). Un indizio abbastanza eloquente di una prevista cessione societaria. Da un momento all’altro paradossalmente la Roma potrebbe essere venduta.

Trattativa Friedkin dunque ancora viva?

Ho fonti che mi confermano che la trattativa è ancora in piedi.

Prossimi passi di Pallotta?

Credo che lui garantirà l’esercizio sostenendo le spese correnti. Tutto propedeutico alla cessione della Roma che secondo me avverrà entro la fine del 2020.

Zaniolo e Pellegrini restano?

C’è la ferrea volontà di mantenere Zaniolo e Pellegrini e di mantenere in rosa Smalling e Mkhitaryan. Si lavorerà su un abbassamento dei costi, ma con l’obiettivo di giocare per entrare in Champions.

Piero Farenti Febbredaroma-MALPENSA24