Fallimento europeo della Juve: giusto confermare Pirlo?

Dopo l’eliminazione in Champions c’è soprattutto Andrea Pirlo sulla graticola. Il dibattito aperto tra i tifosi juventini sulle responsabilità del fallimento europeo divide: più colpe l’allenatore o la società che ha costruito una squadra non all’altezza della situazione? Personalmente credo che le maggiori responsabilità ricadano sull’allenatore e su Andrea Agnelli che lo ha scelto. Affidare una fuoriserie a un principiante è stato forse un grave errore di valutazione e di presunzione. La squadra è forte, la rosa è competitiva ma non può correre con il pilota automatico innescato soprattutto quando scendono in campo avversari di livello. È vero, la rosa non è perfetta né completa e di sicuro non la più forte tra le partecipanti alla Champions, ma gli effettivi scesi in campo martedì sera erano più che sufficienti per eliminare il Porto. Pirlo non è ancora riuscito a dare una identità chiara alla squadra. Poca organizzazione e organicità soprattutto quando di fronte ci sono squadre ben equipaggiate tatticamente come il Porto o l’Inter in campionato. A oggi l’anima della Juve sta soprattutto nelle giocate delle individualità. Il gioco organico professato da Pirlo non si è mai visto. Tanta, troppa improvvisazione. Poche idee. Serve tempo forse, ma a oggi l’identità di gioco non esiste e l’eliminazione contro il Porto ne è la conseguenza naturale. Un azzardo averci puntato perché oggi Pirlo le ossa se le sta facendo sulla panchina della Juve, non proprio l’auspicio voluto dai tifosi bianconeri.

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