Più Giorgetti meno Salvini

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Gian Franco Bottini

di Gian Franco Bottini

Il popolo degli Umarell è in subbuglio. Questa mattina passavamo davanti al loro bar di ritrovo abituale e siamo stati apostrofati in modo molto ruvido e poi energicamente invitati ad avvicinarci,  quasi fossimo responsabili  di qualcosa che riguardasse il loro malessere e le loro preoccupazioni. Il dialetto imperava e gli accenti erano dei più svariati; noi tenteremo, per quanto possibile, una traduzione dei tanti discorsi che si incrociavano mentre, ammassati dietro al più tecnologico di loro e al suo telefonino, scrutavano l’andamento della Borsa e dello spread, che di minuto in minuto stavano sprofondando. “La manovra del popolo?” urlava alterato un signore evidentemente preoccupato per i suoi risparmi “Perché noi cosa siamo? Guarda cume in drè a cunsciam!”

Per capirci, gli Umarell corrispondono più o meno a questo standard: pensionati di lungo corso, anni di lavoro in proprio o subalterno sulle spalle, qualche figlio sposato da sostenere, acciacchi dell’età e dell’usura che creano acidità di carattere, dei sudati risparmi da difendere guardati e coccolati ogni giorno con la speranza di poter lasciare un “segno” ai propri nipoti, la voglia di sentirsi ancora utili difficile da soddisfare .

Ce l’avevano con il Governo che “dove vuoi che vada se è già nato con una gamba che la va a destra e l’altra a sinistra  e el cò ( il poco rispettoso riferimento al premier era evidente) che l’è bun dumà per tignì su el capel.” Ascoltavamo con l’intenzione di fungere da puri cronisti anche se avevamo l’impressione che, per il semplice fatto di poter scrivere su queste pagine, gli Umarell ci consideravano “dall’altra parte” e si rivolgevano a noi con l’ aggressività che solitamente si riserva a dei colpevoli di qualcosa o perlomeno a dei conniventi.

Accettato comunque questo ruolo indesiderato avevamo  capito che in fin dei conti più che con il Governo ce l’avevano con la Lega e a lei davano la responsabilità  della situazione :”La mà tirà denter , ades la dev tiram  feora!”
Con grande umiltà, per non urtare i già inviperiti Umarell,  ma con molta difficoltà abbiamo cercato    di decifrare  la logica del  loro ragionamento e, facendo un grande sforzo di sintesi, ci è parso di capire quello che segue. “Il Salvini, che non ne poteva più di andare al Governo, l’ha risià cunt i so amis ed è andato là  a far società con quei  scapà de cà dei 5 Stelle e  hanno subito cominciato a farsi la guerra di ciacer, tra da lur. Adesso è una diecina di giorni che il Salvini l’è un po’ schisc perché el g’ha dedrè el Giorgetti che l’è un laghè che el parla poc ma el gnoca ben. Gli avrà spiegato che in questo momento  a parlar  troppo  si fanno danni  e allora  el dis ogni tant quaicos sui negher, ma el stà un po’ butunà sulle  questioni economiche e del laurà. La Lega però non può certo nascondersi e dimenticarsi che ha sempre detto di voler difendere il nord, le imprese e impresette , i risparmi  dei lavoratori  e dei pensionati;  adesso deve farci capire come si può fare, senza dare con la destra e togliere con la sinistra, a  far andare d’accordo quello che ha sempre promesso lui con quello che han promesso i suoi soci. Senza fai incazzà tuch, l’Europa e la banca, e fam perdi i mè danè”.

A questo punto era intervenuto con fare saccente il Pensionato, con il quale abbiamo un particolare rapporto e del quale riportiamo quasi integralmente il suo intervento: “Io posso pensare che el figatel  nalpuletan  non ha mai fatto niente e ades l’ha perdù el cò , ma il Salvini  e il Giorgetti ghe n’han su de chilometri, non possono non prendere la loro responsabilità verso la gente che  l’è gh’è andada drè. Adesso il tempo stringe; in primavera ci saranno le elezioni europee e la Lega non può rischiare di arrivare lì con dietro quello scontento qui che sta montando e del quale, essendo la parte più navigata, rischia di prendere tutte le colpe. Adesso ci vuole più Giorgetti e meno Salvini o l’è mèi sugala sù ”.

Intendendo con ciò che il suo consiglio è quello di chiudere il sodalizio di governo al più presto possibile; opinione suggestiva ma molto  superficiale. Con fatica ci siamo sganciati dalla compagnia non senza aver dovuto rilevare che quelle chiacchiere da bar (e mai più di questa volta la definizione era appropriata) e quel campione di Umarell , potevano essere considerati alla stregua  di un sondaggio sulla  fiducia della “gente” , quella che (6 su 10) ha votato il Governo e che oggi comincia ad agitarsi preoccupata per i suoi risparmi, guardando con severità, soprattutto qui dalle nostre parti,  più alla Lega che ai pentastellati.

D’altra parte la Lega è l’unico partito che nell’intero scenario politico ha le credenziali  per doversi assumere la responsabilità: consenso in crescita, leadership indiscussa, elettorato produttivo. Da questa  responsabilità la Lega non può sfuggire e, per dirla alla moda dell’Umarell: ”La m’ha tirà denter, ades la dev tiram feora”.

 

Umarell lega giorgetti – MALPENSA24