Polemica al Tosi per la quota da versare. La preside: «Volontaria e necessaria»

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BUSTO ARSIZIO – Non c’è pace per l’Ite Tosi. E dopo la grana della Gioeubia scoppia la polemica sul contributo volontario, che la scuola chiede ogni anno alle famiglie per pagare tutta una serie di servizi. A sollevare più di un dubbio su come viene chiesto di eseguire il versamento sono alcuni genitori che pongono un quesito lecito: «Ma se si tratta di un contributo volontario, perché la scuola al momento della preiscrizione, obbliga ad allegare il bollettino dell’avvenuto pagamento? Tanto più che il Miur dice che tale contributo non può e non deve essere inteso come una tassa per l’iscrizione e la frequentazione della scuola».

I dubbi dei genitori

Stiamo parlando di 200 euro. Ovvero della cifra stabilita dal consiglio d’istituto, comprensiva di una quota che le famiglie devono sostenere obbligatoriamente per pagare l’assicurazione dell’alunno e i laboratori obbligatori e di una parte (volontaria appunto) che permette al Tosi di mettere in posta ogni anno una serie di servizi per gli studenti. «Non poco – commenta un genitore – se si pensa che stiamo parlando di scuola pubblica. Ma la cosa che più infastidisce è la richiesta del bollettino di versamento al momento di presentare la domanda d’iscrizione. Insomma il contributo è volontario, ma così passa per obbligatorio. Tanto più che non sappiamo neppure come questi soldi vengono impegnati. E quanto, di quei 200 euro, va versato obbligatoriamente e quanto no».

C’è anche, sempre tra i genitori, chi racconta di un incontro tra studenti e i vertici della scuola dove pare che la risposta data sia stata: “Va versato”. E c’è chi fa quattro conti: «E’ vero che le famiglie con due figli all’Ite hanno una riduzione, ma solo se i ragazzi frequentano la scuola nel medesimo quinquennio. Altrimenti, calcolatrice alla mano, vengono complessivamente versati mille euro a ragazzo. Davvero troppo».

«Non c’è alcun caso contributo»

A chiarire la questione interviene la dirigente scolastica del Tosi Amanda Ferrario, la quale conferma che «si tratta di un contributo volontario a erogazione liberale. Cioè versarlo o meno è una libera scelta delle famiglie. Non è vero che vincola l’iscrizione dell’alunno. E la richiesta di allegare il bollettino di versamento è solo per facilitare la registrazione in fase di contabilità. Ad ogni modo i nuclei famigliari in difficoltà possono sempre rivolgersi in segreteria dove troveranno la massimo disponibilità».

La dirigente poi, dopo aver ribadito che una parte di quei 200 euro (circa 70 a seconda dell’anno di frequenza dello studente) va versato per l’assicurazione dei ragazzi, chiarisce anche quali sono i servizi che l’Ite Tosi riesce a garantire grazie al contributo. «Ad esempio – dice – possiamo pagare le licenze dei software e ogni ragazzo può collegare 5 device e quindi anche quelli dei famigliari. Riusciamo inoltre a garantire uno sportello con lo psicologo e la presenza quotidiana di due medici. Necessari in caso di emergenze più o meno gravi».

La realtà della scuola pubblica

Amanda Ferrario poi conclude: «Concordo con i genitori che dicono che la scuola pubblica dovrebbe avere tutti i fondi necessari. Ma purtroppo la realtà è ben diversa. E questo è l’unico modo per poter continuare a garantire servizi di alta qualità. Detto questo, lo ripeto, se ci sono famiglie che ritengono di non versare il contributo sono libere di non contribuire. Il nostro istituto in ogni caso, finché e risorse economiche ce lo permetteranno, continuerà a garantire tutta una serie di servizi agli alunni. Indipendentemente che la quota annua sia stata versata o meno».

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