Busto e Ucraina unite dai passi di danza di Aretè: emozione in piazza Santa Maria

BUSTO ARSIZIO – Giovanissime danzatrici ucraine aggregate alle allieve della scuola di danza Aretè per uno spettacolo che mette insieme il folklore tipico dell’Ucraina, la canzone trionfatrice dell’Eurovision e una italianissima tarantella: la cultura costruisce ponti, e porta in piazza Santa Maria passi di pace, alla vigilia della festa Patronale. «Un bellissimo “gemellaggio” all’insegna della danza, linguaggio universale» lo definisce la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli, in piazza insieme agli assessori Paola Reguzzoni, Daniela Cerana e Maurizio Artusa. E la risposta di Busto, che ha riempito la piazza per assistere alla performance di danza, è il migliore sollievo per le ragazze rifugiate e le loro famiglie ospitate sul nostro territorio per fuggire dalle bombe di Putin.

La performance

«Un momento di sport, cultura, educazione e sociale. Oltre che di grande emozione condivisa – sottolinea Manuela Maffioli, che parla dal “palco naturale” di piazza Santa Maria con un microfono “bardato” con i colori giallo e azzurro della bandiera ucraina – la cultura supera i confini, abbatte gli steccati, costruisce ponti. L’amministrazione comunale, soprattutto tramite l’assessorato all’inclusione sociale guidato dalla collega Reguzzoni, è impegnata su più fronti ad assicurare accoglienza, supporto, assistenza, crescita alle donne e ai bambini in fuga da una guerra che ci riguarda tutti».

Le danzatrici ucraine

Ad esibirsi, tra le ragazze che frequentano il camp estivo di Aretè, la scuola di danza diretta da Elisabetta Seratoni, c’è anche un gruppo di giovanissime danzatrici ucraine ospiti della comunità di Castano Primo. «È una settimana di gioia che regaliamo a queste bambine» rivela la direttrice artistica di Aretè Oltreladanza. «La danza unisce ed emoziona». A Busto, stando ai numeri snocciolati dall’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, ci sono 20 tra mamme e bambini rifugiati accolti nelle strutture pubbliche, tra cui la Casa Don Lolo di viale Stelvio, e altri 20 all’oratorio di San Giuseppe, messo a disposizione dal parroco-eroe don Giuseppe Tedesco, più tutti i profughi ospitati nelle famiglie bustocche, una novantina solo quelli che fanno riferimento all’associazione Aubam. «Oltre ai corsi di italiano e di scolarizzazione, bambine e bambini stanno frequentando le scuole di danza e di calcio – ha ricordato l’assessore – speravamo potessero rientrare a casa a settembre, invece dovremo attrezzarci per ospitarli più a lungo».

busto arsizio danzatrici ucraine – MALPENSA24