Premio Due Galli a Gianni Sparacia: «Nessuno conosce Berlusconi meglio di me»

gallarate gianni sparacia intervista

GALLARATE Gianni Sparacia domenica 19 dicembre tornerà a Palazzo Broletto. L’ex assessore ai Grandi Eventi di Forza Italia, noto hair stilist di Gallarate, al centro della sala consigliare riceverà insieme alla famiglia Fazzini e al calciatore Marco Parolo il Premio “Due Galli”, la massima onorificenza cittadina. 

Sparacia, è un premio importante. Se lo aspettava? 
Onestamente no. L’ho saputo da mio nipote quando un suo amico gli ha mandato su WhatsApp l’articolo di Malpensa24. Allora mi sono attivato per capire da dove arrivasse. Fa piacere. E’ un premio che arriva dopo l’Ambrogino d’oro, il Cavalierato da Ciampi e tanti altri, come il Telegatto per “Trenta ore per la vita” e il Polifemo d’argento. Mi chiamò l’amico Franco Battiato e mi disse: «Ci premiano assieme a Zafferana Etnea».

Il “Due Galli” suggella però il suo legame con la città di Gallarate. 
Gallarate sempre. E’ sempre stata al centro della mia vita.

Qual è il più bel ricordo che conserva dei suoi anni come assessore ai Grandi Eventi?
Senza dubbio il Galà dello Sport con Mike Bongiorno. Mi ha sempre sostenuto con lealtà e amicizia.

Questo premio arriva a due mesi di distanza dalle elezioni comunali che l’hanno visto capolista di Forza Italia, senza però essere eletto. Deluso? 
Per la verità me lo aspettavo. Per le varie vicissitudini del partito sapevo che tanti miei sostenitori non avrebbero votato Forza Italia. Oltretutto, per fare una squadra forte, abbiamo inserito personalità forti, amici, e questi sono voti che per me sono venuti a mancare. Senza dimenticare che non volevo nemmeno candidarmi.

Cosa le ha fatto cambiare idea?
Mi ha chiamato ad Arcore un amico senatore, di cui non dico il nome perché mi sembra di esagerare, e mi hanno convinto. Dopo quello che è successo a Gallarate mi hanno fatto capire che la mia era una delle poche facce pulite rimaste da presentare agli elettori.

Se non fa lei i nomi li facciamo noi. Che rapporto la lega a Silvio Berlusconi?
E’ un legame di affetto. Nessuno lo conosce bene come lo conosco io. E’ una persona di grande umiltà, signorilità e modestia. E’ una ricchezza di vita che ho imparato da lui.

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Ma è vero che nel 2016 o nel 2021 c’è stato un momento in cui è stato vicino a tornare a fare l’assessore?
Sì, c’è stato un momento. Poi non so il perché e il percome non è andata in porto. So soltanto che ho un rapporto bellissimo con il sindaco Andrea Cassani e anche con il suo partito. Non stimo invece certe persone che, anziché dirti le cose in faccia, giocano dietro. Ma questa è la politica: ho capito che non è facile essere corretti.

Non ha rimpianti?
No, perché sono un uomo del fare, non mi piacciono le strategie politiche e non ho mai chiesto niente a nessuno, nemmeno al Presidente, di poter essere candidato alla Regione o a Roma. All’inizio di Forza Italia ci sarei anche riuscito, ma mi sono sempre vergognato di chiedere per me. Ho sempre chiesto per gli altri.

Il premio che riceverà domenica a chi lo dedica? 
E’ naturale: alle mie tre figlie Monica, Isabella e Giada che mi hanno sempre sostenuto. Voglio inoltre ringraziare chi mi ha proposto, che ancora oggi non so chi sia. Però una persona che politicamente negli ultimi periodi ho tenuto in grande considerazione è il mio amico Massimo Gnocchi (consigliere di opposizione di Ocg, ndr).

Pensavo dicesse Rocco Longobardi, che fa il suo stesso mestiere e ora è del suo stesso partito. Lo considera il suo erede?
Speriamo, perché ha le caratteristiche per emergere e fare tante belle cose per la nostra città. Se mi chiederà un consiglio io sono a disposizione. Spero inoltre che la mia storia politica possa continuare con mia figlia Monica, oggi consigliere comunale a Cardano al Campo.

Gallarate, il Premio Due Galli a Parolo, Sparacia e alla famiglia Fazzini

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