Samarate fa lavorare chi ha il reddito di cittadinanza. Al via i primi 7 progetti

Reddito di cittadinanza gallarate

SAMARATE – L’accoglienza in Comune, in biblioteca o nelle sedi culturali, ma anche la misurazione della temperatura. Senza dimenticare la cura del verde, il sostegno alle scuole e ad alcuni dei suoi principali servizi. Al via i primi sette progetti di utilità collettiva (Puc) per i percettori del reddito di cittadinanza a Samarate. Secondo la legislazione, infatti, chi riceve il sussidio dallo Stato ha l’obbligo di rendersi disponibile per un numero di ore settimanali da un minimo di 8 a un massimo di 16. Le attività, che prenderanno ufficialmente il via nel mese di gennaio, sono «il più grande obiettivo raggiunto quest’anno», mette in chiaro il sindaco Enrico Puricelli. «Un grande passo avanti», gli fa eco il suo vice Nicoletta Alampi (delegata ai Servizi Sociali).

I progetti

Fra i sette progetti, che sono già stati presentati in Commissione, è prevista anche l’accoglienza dei cittadini all’ingresso del Comune. Qui «viene misurata la temperatura, un modo per dare un supporto al personale con un servizio utile», spiega Alampi. La stessa operazione viene fatta anche nelle sedi culturali samaratesi, come ad esempio la Villa Montevecchio, e per accedere alla biblioteca comunale. Uno dei servizi riguarda gli “Angeli custodi” e si riferisce «ai volontari che sorvegliano l’entrata e l’uscita da scuola dei bambini, dando una mano anche ad attraversare la strada in tutta sicurezza». La scuola resta la priorità, infatti si è pensato di inserire nel programma dei percettori anche «un ulteriore servizio per il post-scuola: gli educatori saranno affiancati dalle persone che aiuteranno a sorvegliare i più piccoli». In questo caso non è necessario essere un professionista, «ma sicuramente può essere utile un ulteriore sostegno». Verrà poi effettuata l’accoglienza all’ufficio tecnico, «per svolgere attività di base come – ad esempio – consegnare il calendario per il ritiro dei rifiuti o sostituire i bidoncini rotti». Infine, l’attenzione all’ambiente, con i volontari che «si impegnano a migliorare la vivibilità e la fruibilità degli spazi verdi, anche per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza a mantenere pulito».

«Non potevamo più aspettare»

Il primo cittadino non ha dubbi: «Sono molto contento che finalmente si possa partire con i Puc, sono un mio pallino fin dall’inizio». Sì, perché «sapere di persone in difficoltà, senza un lavoro non fa bene: non potevamo più aspettare. In questo modo credo che si possa parlare del miglior risultato portato a casa quest’anno». Senza dimenticare un problema di più ampio respiro: la carenza di personale. «Con i percettori al lavoro – prosegue – si potrà dare sostegno ai nostri dipendenti, che purtroppo sono sempre troppo pochi».
Sulla stessa linea, Alampi: «Sono soddisfatta, perché credo siano progetti molto importanti anche a livello sociale. Sono persone che hanno bisogno di rientrare in una rete e combattere la solitudine, stando insieme agli altri».

Ora Gallarate fa lavorare chi prende il reddito di cittadinanza

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