Privé a luci rosse, in tre a processo per sfruttamento della prostituzione

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GALLARATE – Imputati a “luci rosse” a processo a Busto Arsizio. Stamattina è tornata in aula la vicenda del presunto sfruttamento della prostituzione in un noto locale di Vergiate. Una vicenda per la quale sono finiti alla sbarra tre persone, il titolare dell’attività E. D. M. 53 anni, la moglie M. B. 48 anni e il barista G. C. 42 anni. I coniugi vivono a Gallarate, mentre il terzo imputato è di Gornate Olona.

Lo scandalo a luci rosse

La vicenda risale al mese di maggio del 2016 quando i carabinieri, in seguito alla denuncia di una ragazza, fecero una perquisizione che portò alla sospensione dell’attività del noto locale notturna di Vergiate. I tre imputati nella mattinata odierna, giovedì 14 giugno, hanno reso esame di fronte al giudice di Busto Arsizio. Hanno rigettato le accuse di presunto sfruttamento della prostituzione. Secondo la ricostruzione della procura di Busto, infatti, all’interno del locale si erano verificati rapporti sessuali in cambio di soldi.

Nessun favore sessuale secondo gli imputati

Un’ipotesi che i tre imputati hanno rigettato. “Io ero il barista – ha raccontato G. C. – e lo ero anche del privè. Portavo da bere dove si appartavano persone perché magari avevano bisogno di maggiore riservatezza. Magari avevano una famiglia. Beneficiavano di spettacoli privati, che erano gli stessi che avvenivano all’esterno, ma come ho già detto, nel privè c’era maggiore riservatezza. Senza vestiti, prima di quella volta non avevo mai visto nessuno”. Nessun favore sessuale a pagamento dunque secondo chi si trovava all’interno della struttura. “All’interno del locale – ha spiegato il titolare – avevamo spettacoli di intrattenimento, lap dance ed eventi di un certo tipo. Ma non so spiegarmi neppure io come siano successe certe cose. L’accesso al locale era garantito solo ai soci con tessera”.

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