Pro Patria, gli oscar della stagione: the winner is Turotti

A SALA E LE NOCI LA PALMA D'ORO

Il diesse Sandro Turotti e l'allenatore Massimo Sala (foto Marco Giussani)

BUSTO ARSIZIO – The winner is… Dopo il podio tigrotto, con la diga Caprile sul gradino più alto davanti a Piuerozzi e all’accoppiata Piu-Bertoni, in casa Pro Patria – dove la questione societaria resta sempre al centro dell’attenzione fra fondi, cordate politiche, imprenditori del territorio e non – è giunto il momento di assegnare anche gli oscar della stagione biancoblù. Un trionfo meritato, ma non certo scontato, quello del diesse biellese Sandro Turotti, in grado di portare fra mille e più peripezie la nave in porto.

Sandro Turotti

Per onestà intellettuale su queste colonne non avevamo condiviso la mancata sostituzione di Lombardoni, l’utilizzo di Fietta come centrale difensivo e la scelta di Prina (come tecnico, non per la persona). Ma di fronte a tutto quanto di anomalo successo sul fronte societario biancoblù, non ci sono dubbi: l’oscar della stagione va a Sandro Turotti.

Nell’anno del post Javorcic, il direttore sportivo biancoblù, tradito e abbandonato anche dalla proprietà, è riuscito a tenere a galla una nave che faceva acqua da tutte le parti, riuscendo a portarla in porto con tutti i marinai biancoblù a bordo. Un autentico miracolo, al pari delle oramai abituali felici intuizioni di mercato: dai prestiti che hanno fatto la differenza (Caprile e Pierozzi), ai colpi che fanno già sperare per il futuro (Piu) e ai prolungamenti contrattuali (Lombardoni, Boffelli, Bertoni, Ferri, Nicco, Parker) che costituiscono la solida base su cui costruire la Pro 2022/23. Senza dimenticare i colpacci senza portafoglio, con l’ingaggio di Pesenti (un giocatore che in una batteria di attaccanti fa e farebbe sempre comodo) e l’investitura tecnica di Sala-Le Noci.

Sala…

Se Turotti si è meritato l’oscar dell’Academy tigrotta, l’accoppiata Sala e Le Noci si è meritata quantomeno la Palma d’oro. Con umiltà e dedizione, Massimo ha seguito il solco tracciato da Javorcic, riportando da subito ordine ed equilibrio (Stanzani e Nicco ne hanno beneficiato più di tutti), facendo però vedere tutto il suo pragmatismo (e i risultati, con quattro vittorie di fila, si sono visti immediatamente), il suo carattere (è stato il leader che mancava) e le sue idee (cambi in corsa sempre azzeccati), facendo anche tesoro degli errori commessi (Brignoli davanti alla difesa a Vercelli, l’undici spregiudicato a Salò). Non partire da lui nella prossima stagione sarebbe un suicidio.

… e Le Noci

Beppe, intelligente da calciatore, lo è stato anche da allenatore, rimettendo il calcio al centro del progetto, senza cercare inutili protagonismi, ma pensando solo al bene della squadra. Con Sala ha ridato identità ed organizzazione ad una Pro Patria fino a quel momento in continua ricerca di sé stessa, non solo portandola in salvo senza passare dai playout, ma addirittura conducendola ai playoff.

La Pro Patria siamo noi

Il David di Donatello, un premio magari meno scintillante ma sicuramente più nostrano e verace, va invece a tutti quelle figure, preziosi quanto indispensabili, che hanno permesso la quotidianità. Era dai tempi di Novelli che la Pro Patria non passava una stagione del genere, ma persone vere come Nicolò Ramella, Beppe Gonnella, Cristian Moroni, Andrea Stramare, Mario Beliusse, Bruno Chiericoni (senza dimenticare gli altri preziosi collaboratori come Catullo, Pacchioni, Coltro, Giussani, Gabriella e nemmeno i dottori Valcarenghi, Monti e Besnati) sono stati a tutti gli effetti la Pro Patria.

Pro Patria oscar Turotti – MALPENSA 24