Provincia, il bilancio preventivo passa in consiglio, ma tra Antonelli e PD è rissa

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VARESE – Villa Recalcati: in consiglio passa il dup, passa il bilancio (con l’astensione della minoranza). Ma tra Antonelli e Partito Democratico è rissa. Insomma la seduta che si è tenuta ieri sera, venerdì 6 marzo, sarebbe davvero durata pochi minuti se non fosse stato per Fabrizio Caprioli.

Il consigliere dem al momento del voto del documento finanziario, nel suo intervento ha ricordato ad Antonelli che per la seconda volta il preventivo viene approvato senza il parere dell’assemblea dei sindaci. Aggiungendo alle sue parole un “siamo stati profetici“, che ha fatto partire la biglia ad Antonelli. Al quale forse non è parso vero di trovarsi davanti a un assist per poter regolare i conti riguardo alla lettera dei 30 sindaci.

Antonelli non riceverà più i sindaci del PD

Il presidente è partito a mille: «Da adesso non voterò più nemmeno mezzo dei vostri emendamenti. Con voi non voglio più avere niente a che fare» ha detto nei confronti del PD. Virando su Martina Cao (presente ieri all’assemblea dei sindaci in qualità di consigliere, ma senza delega del sindaco di Ispra) prima e poi su primo cittadino di Varese Davide Galimberti, anche lui assente all’assemblea di ieri, «il quale però ci ha convocato lunedì per il canottaggio. Bene io non ci vado». E ai primi cittadini che non sono andati all’assemblea: «Vi prometto che non riceverò più i vostri sindaci che ieri sono stati a casa per un anno».

Maggioranza compatta nella critica

In risposta all’intervento in aula del Partito Democratico hanno preso posizione anche i gruppi consiliari di maggioranza. Unanimi nel criticare la lettera e la scelta di disertare l’assemblea dei sindaci. In tal senso sono intervenuti Paola Reguzzoni della Lega e Marco Riganti di Forza Italia. Entrambi hanno sottolineato che in fondo la richiesta di rinvio dell’assemblea aveva poco senso. Dose rincarata dal vicepresidente Alessandro Fagioli e dal consigliere leghista Corrado Canziani, il quale ha definito l’atteggiamento assunto dal Pd “strumentale. Perché – rivolto ai consiglieri in aula – avete messo in atto un’azione coordinata e anche oggi (ieri) alla prima occasione avete rimarcato la questione».

Il retroscena della capigruppo

Insomma in consiglio è bastato un intervento per far ripartire un incendio che nella riunione dei capigruppo di maggioranza era già stato spento. Antonelli, infatti, era deciso nel voler cancellare gli emendamenti presentati (e votati anche dalla maggioranza) al bilancio preventivo. Il presidente, infatti, era pronto ad andare fino in fondo allo scontro. Posizione che è stata limita nella capigruppo dove Forza Italia e la componente civica si è messa di traverso spiegando che una reazione del genere non aveva alcun senso politico visto che era stato raggiunto un accordo. E proprio la fermezza di Riganti e Magrini ha portato anche la Lega, che non si sarebbe opposta alla bocciatura degli emendamenti, ad allinearsi su una posizione compatta. Persino Antonelli ha incassato lo stop.

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