Pugni e calci al cane ma il giudice glielo restituisce. Insorgono gli animalisti

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Imprenditore valdostano ripreso in un video mentre prende a pugni e calci il suo cucciolo di bovaro del Bernese di soli 5 mesi (foto di repertorio). Dopo quelle immagini l’uomo, di 39 anni, era stato indagato per maltrattamento di animali dalla procura di Aosta. Le indagini condotte dalla polizia di Stato si erano rivelate cristalline, tanto che il pubblico ministero aostano Francesco Pizzato  aveva chiesto un decreto penale di condanna: 10mila euro per estinguere il reato.

Grave ingiustizia

Il legale del 39enne si era però opposto ottenendo la messa in prova. E così nel dicembre 2020 il cucciolo è stato restituito all’uomo che lo aveva maltrattato. Lo riporta Repubblica. Tanto che l’imprenditore aveva postato sui social una sua foto con il cane e il post «Abbiamo vinto». Il cucciolo per 5 mesi aveva vissuto con una famiglia affidataria che nulla ha potuto davanti alla legge. Un affido giudiziario, infatti, si può trasformare in adozione soltanto in caso di confisca dell’animale. «Non entro nel merito della legge – ha commentato Laura Verdura, presidente dell’Avapa (Associazione protezione animali Valle d’Aosta) che ha seguito il caso – che a tutt’ora non tiene conto del fatto che l’animale è un essere senziente e come tale dovrebbe essere rispettato come soggetto di diritto e non oggetto di proprietà. Penso comunque che lo sradicamento da una situazione di serenità e rapporti condivisi sia una grande ingiustizia».

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