Puzze e veleni in Valle Olona, No Elcon: «Ci mobiliteremo con azioni di disturbo»

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OLGIATE OLONA – Dito puntato contro «l’assenza dei politici» e il «muro burocratico degli enti locali». Ma anche il fermo proposito di battere la strada della mobilitazione popolare, anche con azioni fuori dall’ordinario, per avere finalmente partita vinta. Sono alcuni contenuti dell’incontro con i cittadini organizzato dall’assemblea popolare No Elcon questa mattina, sabato 19 marzo, a Villa Gonzaga di Olgiate Olona (nelle foto). Gli interventi di alcuni attivisti del comitato (quali Bruno Monhurel e Michele Paoletto, oltre a Valérie Berrichillo dell’associazione Sos Umanità) si sono alternati a domande e scambi di battute anche accesi dei partecipanti, una quarantina, tutti alle prese con l’annoso problema delle puzze nei comuni della Valle Olona e dell’impatto su ambiente e salute del polo chimico tra Olgiate e Castellanza.

«O si è contro o si è complici»

«Puntiamo a una mobilitazione non violenta – hanno spiegato gli attivisti del comitato – Solo con una mobilitazione disinteressata delle persone si può fare pressione sul sistema fatto di deroghe, autorizzazioni e inquinamento. O ci mettiamo contro o siamo complici», ha aggiunto uno di loro fra gli applausi. Quanto alle modalità della protesta, «in passato abbiamo occupato il Comune di Castellanza, fatto manifestazioni non autorizzate, preso multe x affissioni abusive. Se decidiamo un blocco autostradale o un presidio lo facciamo, ma dobbiamo deciderlo insieme».

Sotto accusa Perstorp ed enti locali

Fra le azioni allo studio, alcune decisamente originali nei confronti della Perstorp, l’azienda indicata come la maggiore responsabile delle ricadute negative delle lavorazioni in corso sul territorio. «Sta per investire 320 milioni di euro per impianti chimici “green” in Svezia mentre da noi mandano la merda, è una beffa. Ma se la smascheriamo può perdere il finanziamento. Dobbiamo disturbarla a casa sua, sui suoi social e sul suo sito con nostri post e immagini, così da colpirla nel portafogli».

«Gesti non violenti per fare pressione»

Sempre allo scopo di esercitare pressioni dell’opinione pubblica sulla sede centrale del colosso chimico svedese, altri puntano a muovere attivisti in Svezia e a coinvolgere nella battaglia il movimento ambientalista di Greta Thunberg, Fridays For Future, «per avere ricadute in Italia e per aumentare la pressione anche sugli enti locali, troppo molli».

Fra gli interventi, quello toccante di un attivista di vecchia data. «Mio padre è morto a causa della centrale Montedison di Brindisi e io sono stato operato per un carcinoma. Mi hanno detto che era colpa del fumo, ma ogni sera, quando montano i miasmi, devo prendere la bombola a ossigeno e starci attaccato tutta la notte. Loro non vedono queste cose, come non vedono chi ha l’asma e gli effetti sui bambini. Il che non vuol dire che non lo sanno».

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