Quirinale, altra fumata nera. In aula sale Mattarella, tra i partiti l’ipotesi Belloni

ROMA – Quarta fumata nera a Montecitorio nella votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica. Era il primo scrutinio in cui bastava la maggioranza assoluta dei grandi elettori. Il centrodestra si astiene, ma tra i parlamentari degli altri schieramenti si rafforza il “partito” che vorrebbe rieleggere il Capo dello Stato uscente Sergio Mattarella: 166 preferenze rispetto alle 125 di ieri.

Lo spoglio

Al termine dello spoglio delle schede, il presidente della Camera Roberto Fico ha comunicato i risultati del conteggio, che certifica un altro scrutinio andato a vuoto. Dei 981 grandi elettori presenti (su 1009), i votanti sono stati 540, con 441 astenuti (annunciati, su 453 parlamentari) dalle file del centrodestra. Prevalgono ancora una volta le schede bianche, 261, a cui si aggiungono 5 nulle e 20 voti dispersi, mentre il maggior numero di consensi è andato al Presidente uscente Sergio Mattarella (166). Segue il magistrato Nino Di Matteo, con 56 preferenze. Tra gli altri “quirinabili”, scende Pierferdinando Casini (3, dopo le 52 di ieri) e restano sostanzialmente stabili Marta Cartabia (6), Mario Draghi (5), Giuliano Amato (4) ed Elisabetta Belloni (2).

Il borsino dei “quirinabili”

Domani, 28 gennaio, alle 11 è in programma il quinto scrutinio. Potrebbe essere quello “buono”, anche se le trattative tra i partiti sono ancora in pieno svolgimento. Avanza l’ipotesi Elisabetta Belloni, l’ex segretario generale della Farnesina, nominata da Draghi alla direzione del DIS, il dipartimento dei servizi segreti. Più del giurista (86enne) Sabino Cassese, ma anche dell’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, la cui candidatura è data in frenata, e del premier Mario Draghi, che Salvini e Berlusconi continuano a preferire a Palazzo Chigi.

L’attacco di Gadda (IV)

La deputata di Italia Viva Maria Chiara Gadda parla di «astensione indecorosa» da parte del centrodestra e prende di mira il leader della Lega Matteo Salvini, che ha «mancato l’appuntamento» con questo passaggio istituzionale. «La coalizione di centrodestra è tutt’altro che un monolite, così come i singoli partiti della coalizione e questo aprirà un ragionamento nei prossimi mesi – le parole di Gadda – ma certo rimane sconcerto rispetto a conferenze stampa indette, a votazioni ancora in corso, per dare rose di nomi poi nemmeno votate e a schede bianche culminate oggi alla quarta votazione con una astensione indecorosa. Confido che domani si possa ritrovare senso delle istituzioni e maturità».

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