Rimandato in RSA paziente positivo al Coronavirus. Frigoli: «Procedure improvvisate»

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LEGNANO – La RSA (Residenza sanitaria assistenziale) Sant’Erasmo di Legnano lamenta una nuova, grave falla nelle procedure in atto per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Dopo l’esposto presentato in giornata a seguito della mancata applicazione dei test a ospiti e personale dopo il primo contagio, dieci giorni fa, di una operatrice (poi dimessa dall’ospedale), nella serata di oggi, martedì 10 marzo, l’ospedale di Legnano ha rimandato nella struttura di corso Sempione l’anziano ospite le cui condizioni di salute si erano aggravate lunedì: dopo aver accertato l’aumento della febbre oltre 39°, la direzione sanitaria della RSA aveva disposto l’invio immediato in pronto soccorso, dove è stata accertata la positività al virus, ma l’ospedale ha poi rispedito il paziente nel luogo di partenza.

«Tanto vale tenersi i malati qui…»

Ma è questa la procedura da seguire in casi simili? Lo abbiamo chiesto al direttore generale della RSA, Livio Frigoli (nella foto in alto, durante la videoconferenza di ieri). «La procedura – è stata la risposta di Frigoli – è inventata quotidianamente. Non hanno posti e ce lo rimandano». Il rischio, evidente a chiunque, è di estendere il contagio in una comunità chiusa e di massimo rischio quale una casa di riposo per anziani, alcuni dei quali già affetti da gravi patologie e fra le potenziali vittime più esposte a gravi conseguenze se contraessero il Coronavirus. «A questo punto, i prossimi pazienti che si ammalano tanto vale tenerseli…» è l’amarissimo sfogo di uno dei responsabili della RSA Sant’Erasmo. Non bastavano i tamponi negati dall’ATS: ora lo storico ospizio legnanese appare abbandonato al suo destino, con tutti coloro che vi sono ricoverati e che vi lavorano. Non resta che affidarsi all’esposto perché le autorità sanitarie – sempre che siano in grado – si facciano carico della situazione.

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