Una Risottata frontaliera per abbattere i confini tra Italia e Svizzera

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Sarà un risotto stellato ad abbattere il confine tra il Canton Ticino e l’Italia, due realtà troppo spesso in conflitto per la questione frontalieri. Una sfida raccolta da Ticinonews, noto giornale online oltreconfine, e rilanciata da Marco Sacco, chef due stelle Michelin, patron del ristorante Piccolo lago di Verbania, da sempre appassionato di viaggi e commistioni fra culture. La prima Risottata frontaliera si terrà domani, venerdì 15 giugno, al Tennis club di Brissago, a partire dalle 11.30 fino alle ore 14.

Un risotto che unisce Italia e Svizzera

Il protagonista dell’evento sarà un risotto al pepe nero e raclette, una combinazione perfetta di prodotti di culto italiani ed elvetici. Il Made in Italy di riso, burro e Grana padano si sposa a perfezione con la raclette, il mitico formaggio ad alta proprietà fondente originario del Vallese. Il tocco d’arte è l’uso del pepe aromatizzato della Vallemaggia, eccellenza territoriale nata nell’omonima valle ticinese. «La cucina – spiega Marco Sacco – è da sempre unione e combinazione di materie prime. Per chi ama cucinare, e per chi ama il buon cibo, il concetto stesso di confine è quanto di più astratto esista: cucinare e mangiare significa stare assieme agli altri, aprirsi, condividere, non avere pregiudizi e preclusioni verso culture e visioni diverse dalla nostra. Oggi più che mai noi cuochi possiamo essere ambasciatori della vera società aperta».

L’evento è aperto a tutti

La Risottata frontaliera è organizzato da Ticinonews in collaborazione con il Comune di Brissago che ha sposato con entusiasmo l’iniziativa dando in dotazione gli spazi. E’ un evento aperto a tutti, da tutti e due i lati della frontiera, e gratuito (fino a esaurimento scorte), che vuole celebrare l’amore per il buon cibo, il territorio e le persone che ci vivono e ci lavorano. Soprattutto la “gente di lago”, al di là del passaporto che ha in tasca. Marco Sacco e la sua brigata prepareranno un risotto stellato che intende simbolicamente unire due realtà territoriali che non sempre riescono a comunicare tra loro. Lo faranno in grande stile cucinando nella Guendalina, superpentola dal diametro di 140 centimetri, che lo chef ha fatto appositamente costruire per queste occasioni e che può servire fino a 600 porzioni.

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