Thalia Zedek e Rocca, i cantautori dell’indie al Gagarin di Busto

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BUSTO ARSIZIO – Due cantautori, lei di Boston e lui di Varese. Ad animare il Gagarin nella serata di oggi, sabato 9 febbraio, sarà Thalia Zedek, icona dell’indie rock americano sia con band come Uzi, Live Skull e Come che come solista. Aprirà Rocca, musicista devoto a De André, Gaber, Leonard Cohen e Matt Elliott che presenterà alcuni nuovi brani del suo prossimo album. I concerti al circolo Arci di Busto Arsizio inizieranno alle 22.

Oltre trent’anni di carriera

Tra White Women, Dangerous Birds, Uzi, Live Skull, Come, Thalia Zedek Band ed E la carriera di Thalia Zedek, tra discografia solista e progetti paralleli, dura da più di trent’anni. Una voce blues e un suono nervoso, in un misto di afflizione e ruvidezza, si uniscono per trasmettere una musica che confina con Patti Smith, Neil Young e l’indie rock degli Anni Novanta. Con il collettivo intitolato a sua nome la cantautrice americana ha pubblicato a settembre “Fighting season”, ultimo album d’inediti uscito per Thrill Jockey Records e anticipato dal singolo e opening track “Bend again”. Al pezzo hanno partecipato Chris Brokaw dei Codeine, suo ex compagno di band nei Come, e J Mascis dei Dinosaur Jr. «Per “Bend again” ho pensato a lui praticamente dal momento in cui l’ho scritta. Ci conosciamo da anni e in passato ho cantato in brani dei Dinosaur Jr., per cui ho pensato: “Perchè non chiederglielo e basta?”. È stato incredibile ascoltare di persona, durante l’assolo della canzone, ciò che avevo sentito nella mia testa per così tanto tempo», ha rivelato la cantante e chitarrista originaria di Washington D.C.. «Ho sempre amato Thalia. Il suo modo di cantare e le sue canzoni sono meravigliosi. Spero che più persone inizino ad ascoltarla», è stato il commento di J Mascis.

Un segno del proprio passaggio

«Il prossimo disco si chiamerà “Transiti” e sarà formato da dieci canzoni. Avrà contenuti più oscuri rispetto al passato, con un legame di fondo che è quello del titolo. I transiti di cui parlerò potranno essere tanto quelli in luoghi fisici, cioè paesaggi, città, territori, quanto metafisici, come il passaggio e la presenza nella vita delle persone, nella storia», ha raccontato Alessandro Rocca del suo nuovo lavoro. Per l’occasione si è avvalso della collaborazione, per gli arrangiamenti, di Luca Gambacorta (Ropes of Sand), nonché del violoncello di Cecilia Santo e del contrabbasso di Marco Di Francesco: «Per me la parte centrale sono le liriche, quindi l’aiuto di questi musicisti ha reso in maniera splendida, è stato un contributo notevole». Il cantante e chitarrista varesino vanta al suo attivo “Dimmi chi sei e ti dirò chi sei”, album autoprodotto del 2009, e “Sulla bocca di nessuno” su “Ten Years After”, compilation per i dieci anni della Ghost Records. «È partito proprio da questa canzone, che su disco apparirà in versione nuova, il senso e il tema portante di tutta l’operazione: il desiderio di lasciare un segno del proprio passaggio».

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zedek rocca gagarin – MALPENSA24