L’INCORNATA Inter e Milan regine allo stadio, Roma e Napoli abbandonate dai tifosi

Roma Napoli Inter

Che strano vedere Roma e Napoli indietro nella classifica di gradimento del proprio pubblico. Nell’ultimo quinquennio la squadra di Pallotta e quella di Delaurentiis sono state le uniche ad aver retto, anche se a distanza, il confronto con la Juventus “marziana” di Conte, prima, e di Allegri, ora. Eppure l’indice di fiducia verso le due società che negli ultimi cinque anni si sono spartiti sempre la seconda e la terza piazza (tre volte la Roma, due il Napoli) è in crollo totale. Inspiegabilmente. O quasi. Sì perché i risultati sportivi stanno tutti dalla parte dei due presidenti. Eppure le due milanesi, sempre fuori dalla Champions nell’ultimo quinquennio (l’Inter c’è tornata lo scorso anno dopo una lunga assenza) hanno fatto il pieno di abbonamenti, conquistando lo scudetto della partecipazione allo stadio. San Siro teatro dei sogni per i propri tifosi che non hanno mai abbandonato la “casa” anche quando le cose non è che andassero proprio benissimo. Tutto il contrario di ciò che sta accadendo a Roma e a Napoli, due piazze in ebollizione. Due ambienti complessi, con situazioni diverse, ma con un denominatore comune: la scarsa simpatia verso il proprietario. Eppure Pallotta ha portato la squadra fino alla semifinale di Champions League, un risultato storico visto che nella capitale un traguardo del genere mancava da oltre 30 anni. Ma al presidente giallorosso viene contestata una politica troppo “allegra” nelle cessioni, anche di giocatori chiave, e una comunicazione improvvida e zeppa di proclami inutili “entro cinque anni – aveva detto al momento del suo insediamento – vinceremo lo scudetto e faremo diventare la Roma regina d’Europa”. Se non è regina, di sicuro non si può negare che i piani nobili d’Italia, e ora anche d’Europa, stanno diventando una buona abitudine. Manca un trofeo. A qualcuno basterebbe persino una Coppa Italia, ben sapendo che il primato è roba quasi esclusiva della Juve che in estate, tanto per mettere le cose in chiaro, si è portata a casa anche un certo Cristiano Ronaldo. Ma Roma e Napoli continuano a essere piazze di contestazione, animate, la capitale, da speaker radiofonici “capi popolo”. E anche se arrivi sempre in Champions e nella storia hai vinto solo tre scudetti, Pallotta e gli americani sono responsabili di ogni male della squadra. Una città “piovra” che ha già flagellato Monchi e i suoi acquisti, bollati come “pippe” inenarrabili dopo tre giornate. A Napoli si respira aria pesante. L’acquisto del Bari, prima, e ora il presunto interesse per l’Hajduk Spalato, non hanno fatto altro che consolidare le certezze di chi crede che il presidente azzurro abbia più interesse per gli affari che per i titoli sportivi. E così l’Olimpico e il San Paolo saranno desolatamente mezzi vuoti nelle gare di campionato contro Chievo e Fiorentina. A Milano i problemi non mancano, ma lo stadio stracolmo di passione e di gente continua a essere una certezza. Ambiente compatto e vincente: all’ombra della Madonnina sanno, e la storia è lì a certificarlo, che per essere competitivi bisogna remare tutti nella stessa direzione. Cosa che ad altre latitudini fanno fatica a capire.

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