Dagli zuccheri alla bioplastica: la scoperta dell’assessore ricercatore di Samarate

samarate assessore ricercatore bioplastica

SAMARATE – «Il cuore pulsante della nostra tecnologia è un lievito, simile a quello impiegato nella panificazione, che è in grado di trasformare in plastica gli zuccheri presenti nella biomassa». È l’assessore di Samarate Stefano Bertagnoli il capo ricercatore di Galatea Biotech, Pmi accreditata all’Università di Milano-Bicocca e autrice del primo processo per produrre bioplastica completamente biodegradabile e compostabile: l’obiettivo è ottimizzare la gestione di rifiuti e scarti agroindustriali utilizzandoli come materie prime in un’ottica di economia circolare.

La versatilità della plastica

«L’utilizzo della plastica in molti settori commerciali – ha spiegato Paola Branduardi, docente del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze all’Università di Milano-Bicocca e presidente di Galatea Biotech – ha un impatto negativo sull’ambiente, sia durante il processo di lavorazione che nel fine vita e smaltimento: ogni anno nel mondo vengono prodotti 380 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il 20-25% vengono riciclate mentre il resto finisce nell’ambiente circostante. Non vogliamo sostituire i polimeri delle plastiche oggi in commercio nella loro praticità: la plastica ha una versatilità di cui ancora non riusciamo a fare a meno. Quello che il nostro team intende fare è eliminare l’impatto ambientale di queste sostanze».

Elementi naturali al posto di additivi petrolchimici

Galatea Biotech si è focalizzata sulla produzione di bioplastiche eco-friendly al cento per cento. «Quando diciamo bioplastica – ha precisato Branduardi – ci riferiamo a un mondo complesso, ce ne sono di molti tipi. L’utilizzo di additivi permette di raggiungere le performance desiderate dal settore merceologico di destinazione, ma quelli ora utilizzati sono per la maggior parte composti di derivazione petrolchimica che quindi rendono la bioplastica non completamente sostenibile. Noi crediamo che le bioplastiche virtuose debbano essere necessariamente di origine rinnovabile e al contempo biodegradabili: la natura ci offre l’opportunità di sostituire gli additivi di origine fossile, che vengono normalmente utilizzati oggi, con elementi totalmente naturali in grado di conferire alle mescole le caratteristiche necessarie per i differenti impieghi».

Una bioplastica virtuosa

Negli anni il team di ricerca di Galatea Biotech ha concentrato il proprio lavoro sullo sviluppo e produzione di un polimero termoplastico che potesse avere le stesse potenzialità di quelli derivati dal petrolio, ma fosse bio e totalmente biodegradabile in natura. Nello specifico lo spin-off universitario si è specializzato nell’elaborazione di bioplastiche in acido polilattico (PLA) completamente biobased.
«Il Pla è una bioplastica virtuosa in quanto presenta caratteristiche tecniche simili alle classiche plastiche di origine fossile», ha spiegato Bertagnoli. «Ma può derivare da fonti rinnovabili come biomasse e, soprattutto, è totalmente biodegradabile, compostabile in compostatori industriali, e a fine vita non rilascia residui inquinanti». La sua produzione si basa sulla fermentazione di scarti della filiera agroalimentare, quindi su sottoprodotti non adatti all’uso, oggi buttati e sprecati.

La raccolta fondi per le due linee di ricerca

Galatea Biotech intende contribuire a cambiare l’attuale modello produttivo basato su fonti fossili, che hanno impatto sull’ambiente, con un altro che abbia cura delle risorse naturali, abbatta le emissioni e si prenda la responsabilità della fine vita dei prodotti. Sulla piattaforma Opstart è partita lunedì 3 maggio la campagna di raccolta fondi attraverso la quale sarà possibile sostenere le sue due linee di ricerca dedicate alla trasformazione e allo sviluppo di bioplastiche completamente sostenibili e rinnovabili. Lo scopo è acquisire risorse per diventare protagonisti di una nuova rivoluzione industriale strizzando l’occhio all’ambiente: per farlo lo spin-off universitario necessita di raccogliere 600mila euro.

L’inquinamento da plastica e come combatterlo: giornata a tema all’Insubria

samarate assessore ricercatore bioplastica – MALPENSA24