Samarate oltre la crisi: formazione e opportunità per il sociale

SAMARATE – La riforma del terzo settore, il nuovo codice e gli obblighi per associazioni e organizzazioni di volontariato in una serata formativa promossa dal Comune di Samarate il collaborazione con il progetto Revolutionary Road: la serata, in cui interverrà Sandro Massi, coordinatore del progetto, si terrà a Villa Montevecchio il prossimo venerdì 5 aprile.

Incrementare le opportunità nel sociale

Tema della serata di formazione saranno appunto il nuovo Codice del Terzo Settore e lo stato di attuazione della riforma, gli obblighi di adeguamento statutario per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, i benefici connessi all’ iscrizione ai registri regionali e provinciali, in attesa dell’istituzione del Registro Unico Nazionale del terzo settore.
«Lo scorso novembre, nel corso di una serata di confronto, in commissione consiliare, rispetto agli esiti delle attività di custodia sociale, è emersa la richiesta dei rappresentanti delle associazioni presenti di acquisire maggiore consapevolezza della riforma del Terzo Settore in corso – spiega Nicoletta Alampi, assessore al Sociale – in modo da poter incrementare le competenze individuali, valorizzare le opportunità insite nella riforma normativa e rispettare gli obblighi di legge».

Oltre la crisi

Il progetto Revolutionary Road #oltrelacrisi, attivo dal 2016 sul territorio degli ambiti di Gallarate e Somma Lombardo (complessivamente 18 comuni inclusa la Città di Samarate), intende implementare e consolidare «un’innovazione sostanziale nel modo di trattare e gestire le problematiche alloggiative e lavorative delle “nuove vulnerabilità”, superando la frammentazione e settorializzazione del sistema di risposte». L’innovazione del progetto, grazie anche al cofinanziamento di Fondazione Cariplo sul bando Welfare in Azione, passa tra l’altro dal coinvolgimento della comunità locale: «Infatti uno degli elementi strategici prevede di superare il modello gerarchico di intervento dell’ente pubblico nella direzione di un welfare relazionale che sappia valorizzare le risorse del territorio e l’interazione tra i soggetti della rete, come risorsa per farsi carico in modo condiviso e più efficace della complessità dei problemi». «Diventa così un elemento fondamentale – conclude Alampi – il contatto con il territorio, la sua comunità e i suoi volontari, che si possono aggregare sotto diverse forme».

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