Un giorno all’improvviso. Foglietta e D’Emilio al Festival del cinema di Busto

foglietta d'emilio festival cinema

di Andrea Minchella

Apprezzabile il grande salto dai corti al primo lungometraggio del regista. Ciro D’Emilio, classe 1986, infatti, scrive e dirige un difficile film sul rapporto tra madre e figlio. Ma anche sulla crescita, sulla separazione, sulla forza della speranza e sulle diverse forme di famiglie, tema mai più attuale di oggi, che una società può esprimere. E lo fa scegliendo l’attrice, forse, che in questo momento meglio incarna la contemporaneità e la freschezza del cinema italiano. Un buon soggetto, una discreta sceneggiatura, un giovane attore, Giampiero De Concilio, preparato e incredibilmente spontaneo, non bastano però a trasformare questo ambizioso progetto in un altrettanto completo e profondo racconto cinematografico. Spesso, infatti, il ritmo si dilata eccessivamente, a favore di vuoti stilistici che limitano e riducono l’efficacia di un impianto scenico ben costruito. La bravura teatrale della protagonista riesce quasi sempre a sospendere queste imperfezioni stilistiche, più accentuate invece quando la storia racconta le vicende di personaggi distanti dal cuore del racconto centrale.

La storia vede Antonio, un giovane ragazzo della provincia campana, che ogni giorno ha a che fare con una madre tanto bella quanto fragile e rancorosa nei confronti di un padre che li ha abbandonati troppo presto. La vita del ragazzo, quindi, si articola tra la piccola attività agricola della madre, la scuola di calcio che frequenta, sperando di poter, un giorno, diventare un calciatore famoso per andar via, con la madre, dal luogo malato e privo di opportunità in cui vive, e la pompa di benzina in cui lavora per provvedere economicamente alla “sua” famiglia. Il primo amore, lo schizofrenico e ossessivo rapporto che vive con la madre, il rapporto superficiale con i compagni di gioco, il non rapporto con un padre comunque inesistente, sono le tappe fondamentali di questo racconto che, come ha detto Anna Foglietta, intervenuta per ricevere un premio per la sua penetrante interpretazione prima della proiezione del film, cerca di esprimere in maniera “asciutta, essenziale e senza fronzoli” il rapporto tra una madre e il proprio figlio che è un tema declinato in migliaia di modi e che sarà sempre un interessante spunto per una storia, una sceneggiatura, un film, un romanzo o uno spettacolo teatrale.

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